Ostia, possibile focolaio nel pub antifascista. Panico tra i clienti positivi, il gestore è grave

 

Roma, 19 ott – «Ho il Covid: il 6 ottobre sono stata a Casa Clandestina e consiglio a chi è stato lì di farsi il tampone». E’ questo il messaggio diffuso su Facebook da una ricercatrice residente a Ostia e ripreso dal sito di informazione lidense Canaledieci. Parole che stanno facendo tremare gli avventori del pub antifascista Casa Clandestina, il cui gestore, il 31enne Diego Gianella, è attualmente ricoverato in intensiva allo Spallanzani per polmonite interstiziale bilaterale da Covid-19. Le sue condizioni sono disperate da giorni.

Panico a Ostia

Ora a Ostia serpeggia comprensibilmente la paura. E non potrebbe essere altrimenti: nonostante la smentita dei famigliari continuano a susseguirsi insistenti le voci secondo le quali Gianella avrebbe lavorato al pub pur manifestando la sintomatologia da Covid-19 almeno fino al 6 ottobre – alcune voci sosterrebbero addirittura oltre quella data. D’altronde proprio il sito Canaledieci inizialmente aveva riportato che il 31enne «secondo quanto ha riferito lui stesso ai medici prima che la situazione precipitasse, sarebbe andato a lavorare nel suo locale con la febbre». Circostanza smentita dal fratello perché «al momento del ricovero non era in grado di proferire parola».

Risale proprio al 6 ottobre la data in cui la ricercatrice, sposata e con due figli, aveva cenato al pub antifascista: «Martedì 6 ottobre ero a Casa Clandestina – segnala la donna – Vi comunico che ho contratto il Covid. Invito chiunque sia stato lì in quei giorni a farsi il test». La donna avrebbe pubblicato sul suo profilo una foto proprio di quella sera al tavolo di Casa Clandestina. Poi è arrivata la conferma della positività al tampone. «Stiamo bene, siamo in quattro, tutti con sintomi lievi. Abbiamo avuto tutti la febbre. È lunga». «Abbiamo sviluppato i sintomi dopo quattro giorni».

Il personale sarebbe negativo

Gianella è stato ricoverato in intensiva allo Spallanzani, sedato, intubato e con una carica virale altissima dopo la diagnosi effettuata al pronto soccorso del Grassi. Il pub, situato in via San Quirico, è chiuso dalla sera del 14 ottobre. La famiglia e il personale di servizio continuano a sostenere che il ragazzo avrebbe lavorato nel proprio locale fino al 6 ottobre e che i collaboratori del 31enne risultano tutti negativi al tampone.

Cristina Gauri

ilprimatonazionale.it