Ora Virginia tifa Zingaretti: “Sinergie col Pd? Non c’è problema”

«Nessun problema di creare delle sinergie in politica, sinergie che già esistono a livello governativo. Si è già creata tra il Movimento 5 stelle e il Pd. Siamo, ora in attesa di vedere anche gli sviluppi per ciò che riguarda la manovra che sarà varata a ore». È quanto ha dichiarato il sindaco di Roma Virginia Raggi dopo essere intervenuta al Talent Garden Ostiense. E ha poi aggiunto: «Vedremo come il governo intende supportare gli enti locali. Per anni abbiamo subito dei tagli. Ora le dichiarazioni sono state tutte a favore di un ritorno agli enti locali. Siamo fiduciosi», ha aggiunto. E ancora, su una giunta giallorossa. «In Campidoglio abbiamo un’alleanza molto solida. Il che non toglie che poi si possa “convergere” su singoli provvedimenti come abbiamo fatto fino ad oggi».

Virginia e Nicola, la strana coppia
«Al segretario del Pd serve il M5S per sopravvivere; ai romani, invece, per sopravvivere servirebbe una pianificazione priva di quel pallottoliere che detta l’agenda politica dell’anatra zoppa di Zingaretti”. Lo afferma Chiara Colosimo, consigliere di FdI alla Regione Lazio, che bolla come «un’altra mazzata per Roma” gli accordi tra Zingaretti e 5 Stelle. «Lo stesso Zingaretti che si è reso complice della grande bruttezza nella quale, questo sindaco, ha trascinato la città più bella del mondo», conclude.

L’ira di Calenda: “Raggi è il peggior sindaco della storia”
«Altro che secondo mandato, il peggior sindaco della storia di Roma dovrebbe dimettersi subito. Sostenere il contrario, come ha fatto Zingaretti, è molto grave. La scusa che deve restare sennò vince Salvini è assurda. Ormai in questo Paese non si può più fare un’elezione. Basta!». Lo dice Carlo Calenda in un’intervista a Repubblica. “L’apertura a Raggi -insiste- è l’abdicazione a svolgere un ruolo autonomo rispetto all’M5S” e Zingaretti «che da governatore del Lazio è stato con me al tavolo per Roma e ha visto la totale inconsistenza di Raggi, aveva il dovere di fare una cosa sola: invitare la sindaca ad andarsene subito e chiedere come ho fatto io di commissariare la città” perché, argomenta Calenda, “Roma andrebbe governata da un manager e da una giunta tecnica che hanno le competenze per gestire risorse e poteri straordinari».