Open Arms, parroco difende Salvini: “Responsabilità è del Governo”

 

“Voto sacrosanto il no a processo contro Salvini”. Sono le parole di Don Ermanno Caccia, parroco di Mortizzuolo, cittadina del Modenese, che commenta con entusiasmo la decisione della Giunta per l’immunità di rigettare l’autorizzazione a procedere contro l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini per il caso Open Arms.

In una giornata che si potrebbe definire quasi ”storica”, anche tra i sacerdoti si leva una voce a favore del leader leghista, accusato di sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio per aver tenuto a bordo dell’imbarcazione della Ong 164 migranti per diciannove giorni la scorsa estate, a largo delle acque di Lampedusa. Intervistato ai microfoni di Adnkronos, Don Caccia non le manda a dire: “Giusto il no. – spiega – Non c’è dubbio che la responsabilità della decisione sia del governo. Certo, Salvini era ministro dell’Interno quindi se rinviano a giudizio il buon Matteo quanto meno lo si dovrebbe fare anche con il presidente del Consiglio che era a conoscenza dei fatti. Conte ha sempre detto che era lui il presidente del Consiglio e che nulla si muoveva senza il suo ok”. Il sacerdote ne ha una per tutti, anche per le toghe coinvolte nel caso: “Al di là delle incongruenze di Matteo Renzi e del suo movimento (l’ultima si è vista la settimana scorsa con il ministro della giustizia Bonafede) mi sembra – osserva – tutto sommato che sia coerente. Anche Renzi poi è stramaledetto dai giudici e non mi sembra che la casta dei giudici in questo momento abbia grandi lezioni da impartire”.

Non è la prima volta che Don Ermanno Caccia esprima la sua simpatia per Matteo Salvini. Già lo scorso anno, in occasione delle Europee, si era detto ”entusiasta” della percentuale di voto messa in tasca dalla Lega (34,3%). Un’osservazione che, con grande sorpresa, aveva suscitato le ire di molti prelati costringendo il parroco a dare le dimissioni dalla carica di direttore del settimanale Notizie, giornale di stampo religioso, della dioecesi di Carpi. Il caso era esploso a seguito della pubblicazione di un editoriale dal titolo ”Perché? L’opinione” in cui Don Caccia, firmandosi col nome d’arte Ercamo, aveva commentato con entusiasmo la performance politica del leader del Carroccio. “Parla semplice ed è schietto – scriveva -E fa, o almeno ci prova – quello che dice. La coerenza. Dopo essere stato tradito da tanti, il popolo ha scelto uno fidato”.

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