Open Arms “minacciosa” a largo di Porto Empedocle: clandestini si gettano in mare, la Guardia Costiera li recupera

 

Di Angelo Scarano – I migranti a bordo della Open Arms a largo di Porto Empedocle chiedono di poter sbarcare in Italia. E adesso, alcuni di loro, per tentare di raggiungere il molo, si sono gettati in mare. Almeno 11 persone, secondo quanto apprende l’Adnkronos, si sono gettate in mare stasera dalla nave Open Arms al largo del porto in provincia di Agrigento.

Si tratta di un gruppo di migranti che si trovavano a bordo della nave Ong e che sono stati tratti in salvo, con l’intervento degli equipaggi della stessa Open arms e della Guardia costiera. Secondo quanto si apprende, inoltre, sono in buone condizioni. Solo qualche ora fa è stata completata l’evacuazione di due donne in stato di gravidanza, e del marito di una di loro, dalla nave di Open Arms a una motovedetta italiana per “il trasferimento immediato e assistenza sanitaria in Sicilia”. Eppure solo ieri la Ong aveva puntato il dito contro l’Italia colpevole di non concedere l’evacuazione medica per alcuni dei migranti a bordo. Un’accusa presto sconfessata dal trasbordo di questa sera.

Ma Opena Arms non molla e così per convincere il governo dei porti aprti a spalancare anche quello agrigentino, in una nota ha parlato dello stato psicofisico dei migranti a bordo: “La situazione a bordo è complessa – spiegano Open Arms e Emergency – le condizioni meteo sono in peggioramento, tutti i naufraghi sono in condizioni fisiche e psicologiche precarie, tutti hanno alle spalle storie di torture e abusi nonchè il trauma della traversata in mare”. Una storia già vista parecchie volte e con un finale già scritto: lo sbarco nei nostri porti. La Open Arms aveva chiesto anche un porto sicuro a Malta. Ma da La Valletta è arrivato un secco rifiuto. Poi la rotta verso l’Italia e il pressing sul governo per ottenere lo sbarco. La aveva effettuato tre soccorsi tra l’8 settembre e il 10 settembre scorsi, due in Sar maltese e uno in Sar libica. La nave attende da sei giorni giorni l’indicazione di un porto sicuro, che finora è stato negato, dove poter far sbarcare i migranti. E molto probabilmente, anche questa volta, il governo giallorosso cederà alle pressioni delle ong che sempre più affollano il Mediterraneo come “taxi del mare” per riempire i nostri porti e i nostri hot spot di migranti.

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