Odio choc all’università: il prof invoca Norimberga per Zangrillo e Gismondo

Da quando è scoppiata la pandemia, nel nostro Paese si scambia il modo in cui si affronta il virus con una dichiarazione di intenti politici.

I virologi che non urlano al disastro, che non spaventano i cittadini con dichiarazioni capaci di incutere ansia, vengono presio di mira e ingiustamente bollati come “negazionisti”. Inevitabile collegare questa parola alle oscure ragioni di chi nega l’esistenza dei campi di concentramento nazisti, con una definizione decontestualizzata rispetto al momento storico. L’ultimo in ordine di tempo a scagliarsi contro i medici che, nonostante invitino tutti alla massima prudenza per evitare il dilagare del virus, scelgono di non generare il panico è Michele Antonio Fino. È un professore associato di Diritto romano e Diritti dell’antichità all’Università di scienze enogastronomiche di Pollenzo, querelato da Alberto Zangrillo.

Il docente ha pubblicato un post su Facebook e ha attaccato con forza gente del calibro di alberto Zangrillo, Matteo Bassetti, Maria Rita Gismondo e Giulio Tarro, i medici che da mesi sono in prima linea contro il coronavirus nelle corsie degli ospedali. Le sue parole sono state taglienti come una lama, a tratti violente nella rievocazione storica allusa: “Difficile non associare gente come Tarro, Gismondo, Zangrillo e Bassetti a un luogo. Tipo Norimberga”. Il riferimento di Michele Antonio Fino non può che essere il processo di Norimberga, quello nel quale furono condannati per crimini di guerra i gerarchi nazisti tra il 1945 e il 1946.

Il post su Facebook è stato eliminato poco dopo la sua pubblicazione, forse perché il professore si è reso conto della gravità e della portata delle sue parole. Tuttavia, sul web qualunque scritto, qualunque foto e qualunque video lascia una sua traccia. Un’attenzione particolare per la sua bordata d’odio, Michele Antonio Fino l’ha riservata a Matteo Bassetti, infettivologo della Clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, che a suo dire avrebbe un “lunghissimo score di negazionismi e minimizzazioni”. Parole che, come vergate, hanno colpito una parte dei medici che hanno contribuito a salvare il Paese nei mesi più bui.

Se la maggior parte di loro ha deciso di soprassedere e di lasciar correre, almeno per ora, evitando di scendere a certi livelli di dialogo, Alberto Zangrillo ha preferito prendere la strada delle azioni legali contro Michele Antonio Fino. “È triste constatare che un professore universitario baratti la ricerca di notorietà con una querela certa”, ha commentato il primario di anestesia e rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano ai microfoni dell’Adnkronos. Michele Antonio Fino ha poi cercato di rimodulare le sue affermazioni: “Non era in alcun modo mia intenzione mettere in discussione la professionalità e l’onorabilità delle persone che ho menzionato, né tantomeno suggerire un parallelo tra il loro ruolo e quello di chi a Norimberga venne giudicato. Sento la necessità di formulare qui, nel modo più ampio e incondizionato, le mie scuse”.