Niente benzina e diesel in autostrada: sciopero previsto per il 28 febbraio

Il  prossimo 28 febbraio, un lunedì, sulle autostrade i benzinai potrebbero attuare un clamoroso sciopero.Lo scrivono in una nota ai ministri delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e alla Transizione ecologica Roberto Cingolani.

Insomma, nuovi problemi in vista per gli automobilisti italiani, già messi a dura prova dai prezzi record per benzina, gasolio e gas. Le associazioni dei gestori dei servizi di rifornimento di carburanti sulle strade a percorrenza veloce hanno criticato il governo su un tema spinoso, ovvero la questione delle concessionarie e dei diritti da suddividere con i gestori stessi.

Cosa sta accadendo

Dopo il recente aggiornamento del Piano di ristrutturazione della rete delle aree di servizio in autostrada, le associazioni, fortemente preoccupate, puntano a ripristinare “un quadro regolatorio certo, capace almeno di contenere il più sfrenato sfruttamento privatistico ventennale, arbitrario e discriminatorio, di cui è stato fatto oggetto un bene di proprietà pubblica che, messo a reddito dai concessionari senza alcun controllo, lascia che allo Stato rimangano le molte responsabilità e i notevoli costi necessari a sanare i danni causati”.

Sono diverse le contestazioni: i prezzi superiori distribuiti per le autostrade rispetto a quelli riservati alla viabilità ordinaria e di servizi scadenti, i pedaggi delle concessionarie autostradali e le royalties a loro riservate, sul caro bollette. Per evitare un peggioramento delle situazione, già di per se drammatica, i benzinai propongono di azzerare le royalties a favore delle concessionarie autostradali per le vendite dei carburanti e dei servizi; riavvicinare i prezzi a quelli praticati sulla viabilità ordinaria; ridurre le aree di servizio presenti in autostrada (chiudendone almeno 150).

Ed ancora: rilanciare gli investimenti dotando le aree rimanenti di servizi aggiuntivi, compresi quelli destinati ai nuovi veicoli a basso impatto ambientale. L’Italia, spiegano, ha intrapreso la strada della transizione ecologica, per questo “Sarebbe assurdo che si debba pagare un fee ai concessionari autostradali per ricaricare la batteria di un’auto elettrica”.In autostrada la condizione è drammatica in termini strutturali e di volumi di vendita e questo si aggiunge la pandemia, che ha ridotto criticamente i volumi di traffico.