Nella baraccopoli dei migranti trovati kg di droga già in dosi

Droga pronta per lo spaccio nel ghetto abusivo dei migranti di Borgo Mezzanone, poco distante da Foggia.

La scoperta della squadra mobile di Foggia è avvenuta durante un controllo. Gli agenti, infatti, stavano svolgendo un servizio mirato al contrasto della detenzione di spaccio di sostanze stupefacenti proprio nella baraccopoli che si trova a fianco dell’ex Cara. L’area era stata sgomberata nel febbraio scorso (leggi qui), ma l’insediamento è stato poi rioccupato nel giro di poco tempo. Il ghetto finisce ancora una volta alla ribalta delle cronache, dopo essere al centro dell’attenione mediatica per liti, criminalità, caporalato e spaccio. A comandare in zona, infatti, sono le mafie locali e quella nigeriana.

Droga già divisa in dosi
La scoperta di queste ore è avvenuta con l’ausilio di quattro equipaggi a disposizione del Reparto Prevenzione Crimine “Puglia Settentrionale” e due unità cinofile della questura di Bari. La squadra mobile di Foggia stava eseguendo un controllo mirato al contrasto della detenzione di spaccio di sostanze stupefacenti nell’area comunemente denominata “ex pista” adiacente il Cara di Borgo Mezzanone. Durante l’attività, grazie al fiuto delle unità cinofile e all’intuito investigativo degli agenti, è stato possibile rinvenire all’interno di una intercapedine in un’unità abitativa, più precisamente all’interno di un controsoffitto, due buste contenenti 2,5 kg di marijuana, suddivise in dosi da 100 grammi circa ciascuna, nonché una somma di denaro pari a 196,70 euro. Tutto è finito sotto sequestro.

Un ghetto tra violenza e spaccio
La baraccopoli abusiva di Borgo Mezzanone è nota per gli episodi di violenza e criminalità, nonché per la rete di spaccio. Ad aprile scorso, un migrante gambiano di 26 anni ha addirittura perso la vita in seguito a un incendio che si era verificato nel campo. Qui, infatti, gli immigrati vivono in case di fortuna, realizzate con materiali altamente infiammabili, allacciate all’energia elettrica con cavi volanti e pericolosi. Inoltre, l’intero campo è riscaldato con bombole a gas, abbandonate a se stesse e senza alcuna manutenzione. Proprio per questo, probabilmente, era scoppiato l’incendio. L’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva promesso di chiudere questo fortino d’illegalità. “La tragedia conferma che i grandi insediamenti di stranieri, legali e abusivi, che abbiamo ereditato dalla sinistra erano e sono un problema. Abbiamo il dovere di riportare sicurezza, ordine e legalità continuando con i controlli, gli sgomberi e i progressivi svuotamenti”, aveva detto il leader del Carroccio.