Migranti, la bomba sull’Ong: “Pagata per portarli a bordo”

 

Il trasbordo dei migranti sulla Mare Jonio avvenuto dopo un accordo economico. L’accusa dei pm: “Ha percepito un’ingente somma”

A lanciare la bomba, questa mattina, è stata la procura di Ragusa che ha portato alla luce l’“accordo economico” che avrebbe portato nella casse della Mare Jonio “un’ingente somma” di denaro per farsi carico di alcuni clandestini recuperati in mare aperto dopo essere partiti dalle coste del Nord Africa.

L’accusa è pesantissima e getta nuove ombre sulle organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo centrale e che poi scaricano gli immigrati nei porti del nostri Paese. I suoi effetti avranno sicuramente conseguenze sulle prossime scelte del nuovo governo. Matteo Salvini ha già fatto sapere, infatti, che chiederà “un incontro urgente” al premier Mario Draghi e al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

L’inchiesta sulla Mare Jonio

Nei primi due mesi di quest’anno, stando ai numeri forniti dal Viminale, ci sono stati 4.536 sbarchi di clandestini. Un numero non di poco conto se si pensa che, tra gennaio e fgebbraio del 2020 ne erano arrivati 2.359 e che nel 2019, quando Salvini era a capo del ministero dell’Interno, se ne erano registrati appena 262. Sebbene sino ad oggi il dossier immigrazione non sia stato ancora analizzato dal nuovo esecutivo, che è in carica da poche settimane, ben presto l’emergenza dovrà essere affrontata rischiando per creare nuove divisioni tra i diversi partiti che compongono la maggioranza. L’inchiesta della procura iblea richia di anticipare questo scontro che molti speravano di procrastinare il più possibile. La portata delle indagini non può, infatti, essere sottovalutata. Il gruppo interforze, coordinato dai magistrati di Ragusa, ha stretto il cerchio sulla società proprietaria ed armatrice della nave di soccorso Mare Jonio della ong Mediterranea Saving Humans. Nei guai sono finite quattro persone, risultate essere soci, dipendenti o amministratori dell’imbarcazione.

 

Come ricostruisce l’agenzia Agi, i fatti contestati alla ong riguardano lo sbarco di 27 clandestini avvenuto il 12 settembre scorso al porto di Pozzallo. Ventiquattro ore prima gli immigrati erano stati trasbordati sulla Mare Jonio dalla Maersk Etienne, una motonave che batte bandiera danese e che li aveva soccorsi in mare in acque maltesi 37 giorni prima. Mentre erano ancora in attesa che gli venisse indicato un “porto sicuro” dove portare gli stranieri, ecco entrare in scena l’imbarcazione della Mediterranea Saving Humans. Secondo i pm di Ragusa, il trasbordo sarebbe avvenuto “solo dopo la conclusione di un accordo di natura commerciale tra le società armatrici delle due navi”, accordo in virtù del quale la Mare Jonio, “ha percepito un’ingente somma quale corrispettivo per il servizio reso”. Ora agli indagati vengono contestati “i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di violazione alle norme del Codice della navigazione”.

L’ong italiana fondata dai no global

La Mediterranea Saving Humans è l’unica organizzazione non governativa italiana. Fondata nell’ottobre del 2018 da da Luca Casarini e altri esponenti dei centri sociali e dell’associazionismo rosso, ha nel tempo trovato i soldi sufficienti per mettere in mare diverse navi (tutte battenti bandiera italiana) con l’obiettivo di soccorrere i clandestini nel Mediterraneo aggirando all’epoca i decreti Sicurezza voluti da Salvini che precludevano l’ingresso nei porti del nostro Paese alle ong straniere. Per realizzare questo progetto made in Italy, come documentato dal Giornale.it, i fondatori sono partiti da un prestito di 465mila euro ottenuto da Banca Etica che per Casarini & Co. ha “supportato anche le attività di crowdfunding” e “svolto attività di tutoraggio per gli aspetti economici dell’intera operazione”. La linea di creadito sembrava tanto, ma non lo era. Soltanto nel primo anno hanno riusciti a “bruciare” la bellezza di 1.225.333 euro e 20 centesimi. E al tempo avevano da mantenere solo la Mare Jonio. Nel frattempo la flotta si è allargata. E, grazie alle generose donazioni, sono riusciti a mettere in mare anche il veliero “Alex”.