Migranti infetti sulle navi quarantena. Ma l’ong: “Negati i loro diritti”

Ora il problema sono le navi quarantena. Che non siano la soluzione ideale è chiaro a tutti, lo ha ammesso anche il ministro Lamorgese che le ha scelte nell’ottica di una maggiore sicurezza dei territori.

“È stata fatta una gara dalla Protezione civile. Ci saranno dei costi ovviamente. Costi che ci sarebbero stati egualmente, anche se in misura minore se la quarantena fosse stata sul territorio”, disse il ministro a Cernobbio. “Le navi quarantena servono per tenere 14 giorni fermi i migranti che arrivano sul nostro territorio, proteggendo le comunità che erano in preoccupazione, visto che siamo in epoca di pandemia”, disse spiegando il motivo per il quale si è scelto di spendere di più. Ora, però, le Ong alzano la voce contro questa soluzione, a loro non gradita. È stata Sea Watch a lamentarsi, con un video diffuso su Instagram.

Sea Watch 4 si trova in questo momento bloccata nel porto di Palermo, dopo che la Guardia costiera ha rilevato anomalie a bordo durante un controllo tecnico previsto dalla legge. Dal molo in cui sono ormeggiati, gli uomini dell’equipaggio hanno visuale sulla nave quarantena Gnv Allegra, all’ancora in rada nelle acque del porto. “Persone a bordo della nave di quarantena Allegra, salutano l’equipaggio di Sea Watch 4, bloccato nel porto di Palermo”, scrive la Ong nel profilo internazionale su Twitter. A questo punto parte l’attacco, l’ennesimo, contro l’Italia: “Mettere in quarantena le persone sui traghetti è una costosa soluzione ad hoc che nega diritti fondamentali come quello della domanda di asilo, che deve essere concesso anche in regime Covid”.

È vero che le navi quarantena sono una “costosa soluzione”, come dice Sea Watch. Infatti, gravano sulle casse dello Stato per circa 50mila euro al giorno ciascuna, che su scala mensile vuol dire più o meno tra gli 1.5 e i 2 milioni. Una cifra decisamente elevata se paragonata a quanto costerebbe gestire i migranti a terra ma Sea Watch, organizzazione tedesca, non ha nessun diritto di fare i conti in tasca all’Italia, che accoglie quotidianamente centinaia di migranti, molti positivi, anche delle navi delle Ong. Anche l’Italia si sarebbe risparmiata una spesa simile, se non fosse che alcuni migranti, quando vengono portati nei centri di accoglienza per effettuare la quarantena obbligatoria, hanno la tendenza a scappare. A questo si riferiva Luciana Lamorgese quando, da Cernobbio, diceva che le navi quarantena servono a proteggere “le comunità che erano in preoccupazione”.