MARTINA PATTI, LA NOTIZIA DAL CARCERE: ECCO COSA È SUCCESSO

Si avvicina il giorno dei funerali della piccola Elena Del Pozzo, 5 anni il prossimo 12 luglio, che avverranno nella Cattedrale di Catania, mercoledì 22 giugno, alle 17:00, e saranno officiati dall’arcivescovo Luigi Renna. Per l’occasione, ovviamente, è stato indetto il lutto cittadino.

Ora sappiamo che il delitto di Mascalucia è stato una mattanza. Man mano che i giorni passano, man mano che nuovi dettagli emergono, si comprendono sempre più l’efferatezza, l’atrocità, la crudeltà con cui la Patti ha agito. “Un delitto studiato nei minimi dettagli”, questo è quel che pensa il gip che ne ha convalidato il fermo.

Ma ripercorriamo brevemente gli ultimi istanti di vita di Elena: la 23enne è andata a prendere la figlioletta dall’asilo alle 13, con un’ora d’anticipo, e l’ha portata nella villetta di via Euclide, quella in cui, al piano di sotto, vivono gli zii di Martina che, al momento dell’omicidio, erano fuori per lavoro.

Mentre gli inquirenti si interrogano sul luogo di commissione del reato, se nell’abitazione o direttamente nel campo, sappiamo che la piccola ha consumato in soggiorno il suo budino, ritrovato dai Ris che hanno effettuato il sopralluogo, sabato, alla ricerca di tracce ematiche e ulteriori indizi nell’abitazione.

La bimba ha guardato un po i cartoni al cellulare della madre che l’avrebbe convinta ad uscire di nuovo, con la scusa che sarebbero andate a giocare in un campo. Ma in un campo incolto, a pochi metri dall’abitazione, Elena è stata ritrovata cadavere in sacchi neri da spazzatura.

Ora è certo, come immortalato dalla telecamera di videosorveglianza puntata sulla villetta, che la donna è uscita di casa, a bordo della sua Fiat 500, con Elena e con, nel bagagliaio, una pala, una zappa, un coltello da cucina e 5 sacchi neri. Questo è solo l’inizio della mattanza; l’inizio dell’infanticidio che, poche ore dopo, avrebbe sconvolto l’Italia.

Il Procuratore di Catania è convinto che Martina, la mamma killer di Mascalucia, abbia agito con lucida freddezza, fino ad infliggere la coltellata fatale, quella che ha reciso l’arteria succlavia. Un martirio, quello patito dalla povera Elena, tanto che gli inquirenti sperano che sia stata, quanto meno, sedata. Questo potrà essere appurato dall’esito degli esami tossicologici.

Intanto Martina Patti, dopo la confessione del figlicidio, ha trascorso già 5 notti nella cella del carcere di Piazza Lanza a Catania, dove si trova in regime di custodia cautelare. Come ormai noto, la gip Daniela Monaco Crea ha convalidato il fermo con l’accusa di omicidio premeditato e pluriaggravato e occultamento di cadavere.

Dato che le forze dell’ordine temono che la giovane possa compiere atti di autolesionismo o gesti estremi, o che possa essere, a sua volta, aggredita dalle altre detenute, è sorvegliata h 24 a vista. Secondo il gip la donna potrebbe inquinare le prove, fuggire o reiterare il reato, ossia uccidere nuovamente. Sulla base di queste motivazioni, deve restare in carcere.

E mentre Catania si prepara ai funerali, tra striscioni e palloncini, per dare il suo ultimo saluto ad Elena, divenuta un angelo troppo presto per mano di chi l’ha messa al mondo, il papà della piccola, Alessandro Del Pozzo, che parteciperà alla cerimonia funebre, assieme ai suoi genitori, in una lettera ha scritto parole spietate nei confronti dell’ex compagna: “Come si può reputare un raptus quello che ha fatto Martina? Un omicidio premeditato e studiato in ogni particolare! I momenti di pazzia sono susseguiti da momenti di lucidità! Momenti in cui non si è nemmeno pentita di aver ucciso la bambina!”.