L’immunologa Viola: “Vi spiego perché il lockdown è sbagliato”

L’ipotesi di una nuova chiusura generalizzata sembra farsi sempre più concreta, con i numeri dei nuovi contagi da Covid-19 che crescono di giorno in giorno.

Ma, tra gli esperti, c’è chi pensa che un altro lockdown non sia la giusta soluzione.

A seguire questa strada è Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova, che ha definito senza senso e sbagliata la possibilità di ciudere nuovamente negozi e attività, chiedendo alle persone di restare a casa. E, in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook spiega il motivo: “Perché il lockdown è sbagliato?- si legge sul social- Perché non ha senso chiudere negozi e locali dove le regole sono rispettate”. Se anche i ragazzi non potranno più frequentare i locali, infatti, “non smetteranno di vedersi e si organizzeranno per dormire tutti insieme (ci si trova a casa di uno alle 21 e si sta insieme fino all’alba). Perché il problema non sono i luoghi in cui le regole si applicano, ma quelli in cui non si possono far rispettare”.

Ma il punto è anche un altro: “Non possiamo pensare di affrontare 7 mesi in lockdown!”. L’attività economica è uscita fortemente provata dalla chiusura della scorsa primavera e il pensiero di ripetere la stessa esperienza genera timori diffusi. Per questo, sottolinea Viola, “bisogna pensare a convivere con il virus”. E le regole da seguire per frenare la corsa del nuovo coronavirus riguardano i diversi aspetti della vita quotidiana: “Agire su trasporti, test, tracciamento, personale sanitario, DAD in Università (i giovani lascerebbero le grandi città). Laddove necessario DAD alternata a presenza nelle ultime due classi delle superiori. Mascherina obbligatoria sempre in tutti i luoghi chiusi, incluse le scuole. E controlli nei locali!”.

Già qualche giorno fa, l’immunologa Viola aveva messo in guardia sulle speranze riposte nell’arrivo di un vaccino che, a sua detta, “non è la soluzione”. E spiegava il motivo della sua affermazione: “Prima di tutto non arriverà a fine anno. Se tutto andrà bene, sarà registrato entro fine anno e le prime dosi arriveranno verosimilmente verso marzo o aprile”. Ma, anche quando arriveranno, le dosi non saranno sufficienti. In più, serviranno 2 vaccinazioni a distanza di settimane. “Ma c’è un altro problema- spiegava Viola- i trial clinici non stanno analizzando la capacità del vaccino di indurre immunità sterilizzante ma di ridurre i sintomi. Questo significa che molto probabilmente le persone vaccinate potranno comunque infettarsi e contagiare”. Per questo, l’immunologa suggeriva di evitare di creare false aspettative sul vaccino: “Dobbiamo stringere i denti e tenere duro. Convivere col virus. Le regole da seguire sono poche e semplici: mascherina, distanza, poche interazioni”.