L’esame che mai nessun medico prescrive ma che potrebbe salvarti la vita.

Tutti quando andiamo a fare gli esami di routine ci troviamo a valutare i livelli di colesterolo, globuli rossi ed emoglobina, ma qualcuno di voi ha mai trovato il conteggio dell’omocisteina?
Quest’esame è raccomandato solo in stato di gravidanza, per chi soffre di problemi vascolari e cardiaci, osteoporosi e malattie metaboliche. Ma perché un esame che costa solo 12 euro e che ci da così tante informazioni riguardo la nostra salute non viene inserito nei comuni check up ?

Basta sapere che la trombosi venosa e arteriosa, una delle prime cause di morte al mondo di cui si contano più di 400.000 casi, potrebbe essere facilmente prevenuta da questo esame.
Se il suo valore è un vero e proprio campanello d’allarme per tantissime malattie, allora perché non viene inserito nei normali esami di routine?

Forse aiuterebbe a prevenire troppe malattie arrecando danni alle case farmaceutiche? Perché non dobbiamo sapere?
Secondo Pub Med l’enciclopedia scientifica più importante e aggiornata l’omocisteina arrecherebbe danni non solo al cuore ma anche a tantissimi altri organi e apparati.
E’ importantissimo dunque, conoscere l’omocisteina, cos’è e a che cosa serve.*

L’omocisteina è un aminoacido non proteico che si forma a partire dalla melatonina, è un aminoacido essenziale cioè introdotto con la dieta. Per la sua metabolizzazione sono tantissime le sostanze coinvolte: Vitamine del gruppoB fra cui l’acido folico ( vitamina B9), la cianocobalamina (vitamina B12), la piridossina (vitamina B6), la riboflavina (vitamina B2), la betania e lo zinco. Queste sostanze divengono quindi essenziali per il controllo dei livelli di omocisteina nel sangue.

Secondo l’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il valore di omocisteina ritenuto normale non supera i 13 µmol/L (micromoli per litro) quindi si può definire iperomocisteinemia valori di omocisteina che superano i 13µmol/L nell’uomo, i 10.1 µmol/L nella donna e 11.3 µmol/L nel ragazzo di età inferiore ai 14 anni.

Ecco quali sono alcuni danni causati da un aumento di omocisteina nel sangue:
• Infertilità
• Cancro
• Spina bifida
• Alzheimer/ patologie neurovegetativa
• Ictus/trombosi
• Malattie vascolari
• Malattie cardiache
• Depressione
Ecco ora alcune cause che concorrono all’aumento dei livelli di omocisteina nel sangue:
• Sedentarietà e stili di vita
• Caffeina
• Polveri sottili/inquinamento
• Farmaci
• Carenza di vitamine del gruppo B e acido folico
• Vitamina D
• Anomalie genetiche
• Ipotiroidismo
• Psoriasi
• Lupus eritematoso sistemico
• Artrite reumatoide
• Sindrome metabolica
• Sclerosi multipla
• SLA
• Alcolismo
• Tabagismo

Come abbiamo detto il danno più importante che l’omocisteina alta crea è quello vascolare
Il deposito di omocisteina sulle pareti dei vasi sanguigni li danneggia in molti modi.
I vasi venosi sono costituiti da due fondamentali parti: l’endotelio e le cellule di muscolatura liscia.
Le cellule muscolari lisce si contraggono grazie agli impulsi nervosi, tramite influenze dirette da parte di determinate sostanze o indirette da parte di meccanismi di reattività vasale endotelio-dipendente. Nell’ultimo caso descritto l’endotelio rilascia sostanze vasoattive, tra cui l’ossido nitrico, un importante vasodilatatore.
E’ stato dimostrato da alcuni studi che l’omocisteina ha un’azione indiretta sui vasi, infatti, legandosi all’ossido nitrico formano ossido nitroso che resta in circolo solo 14 minuti.

Alti livelli di omocisteina portano a minori quantità di ossido nitrico e maggiore formazione di ossido nitroso, creando una situazione di vasospasmo continuo.
Inoltre l’omocisteina avrebbe anche un azione diretta sui vasi favorendo la formazione di placche arteriosclerotiche e l’ispessimento della muscolatura liscia venosa con conseguente irrigidimento dei vasi.. L’omocisteina in eccesso può anche comportarsi da radicale libero dell’ossigeno provocando: disfunzione endoteliale e poi necrosi delle cellule endoteliali con loro distacco dalla parete vasale; proliferazione delle cellule muscolari lisce con successiva fibrosi e fibrocalcificazione della parte vasale, ossidazione dei lipidi di membrana con perdita della funzionalità di queste strutture; ossidazione delle LDL che diventano fortemente aterogene.
Azione sulle piastrine: alti livelli di omocisteina portano all’ aumento dell’adesività e dell’aggregazione piastrinica.

Azione sui fattori della coagulazione: l’omocisteina in eccesso influenza i fattori che regolano la coagulazione del sangue.
Omocisteina e malattie vascolari
Studi clinici hanno dimostrato una relazione tra elevati livelli nel sangue di omocisteina e malattie vascolari.
Patologie cardiovascolari: l’iperomocisteinemia è un fattore di rischio per l’aterosclerosi coronarica e l’infarto. Inoltre sembra che i pazienti più a rischio di sviluppare altero sclerosi siano quelli che hanno subito un trapianto cardiaco.

Patologie cerebrovascolari: livelli elevati di omocisteina sono responsabili di un danno a carico delle piccole arterie cerebrali. Uno studio recente ha dimostrato che i pazienti con iperomocisteinemia presentano un rischio 4 volte superiore alla norma di andare incontro a episodi di trombosi dei seni venosi cerebrali.
Ictus cerebrale: tantissimi studi hanno dimostrato una significativa correlazione tra la concentrazione ematica di questo aminoacido ed eventi ischemici cerebrali. L’omocisteina, infatti, provoca l’ateromatosi cerebrale,principale responsabile degli eventi ischemici.

Patologie vascolari periferiche come trombosi arteriose e venose sono sicuramente collegate a livelli ematici elevati di omocisteina. In particolare si è riscontrato un legame fra iperomocisteinemia e la trombosi venosa profonda (TPV), una malattia che colpisce generalmente gli arti inferiori con il conseguente rischio che il coagulo migri fino ai polmoni causando embolia polmonare .

Malattia cerebrale dei piccoli vasi (CSVD): in uno studio recente è stato dimostrato che l’omocisteina svolge un ruolo nello sviluppo della malattia generalizzata dei piccoli vasi, coinvolgendo sia il cervello sia il rene.
Aneurisma dell’aorta addominale (AAA):pare che recentemente sia stato scoperto che anche nell’aneurisma dell’aorta addominale siano coinvolti livelli alti di omocisteina.

Omocisteina e ipertensione: L’omocisteina elevata, fattore di rischio cardiovascolare può agire, come detto sopra, come fattore di rischio sia diretto (favorendo l’aterosclerosi) che indiretto cioè favorendo le complicanze dell’aterosclerosi, una delle quali è proprio l’ipertensione arteriosa.

Omocisteina e malattie neurodegenerative
Demenza e malattia di Alzheimer
Già nel 1998 era stato ipotizzato che ci fosse una relazione tra omocisteina e demenza: in pazienti a cui era stato diagnosticato il morbo di Alzheimer, vennero riscontrati livelli di omocisteina totale effettivamente più alti della norma. Anche le evidenze radiologiche di lesioni della materia bianca, di infarto cerebrale silente e di atrofia della corteccia cerebrale e dell’ippocampo erano positivamente associate a elevate concentrazioni di omocisteina nonché a danni cognitivi. Da uno studio recente, poi è emerso inoltre che l’iperomocisteinemia è un fattore di rischio indiscusso per lo sviluppo della demenza e della malattia di Alzheimer.

Morbo di Parkinson
Livelli plasmatici di omocisteina moderati ovvero due volte superiori alla norma sono stati riscontrati in pazienti affetti da morbo di Parkinson.

Omocisteina e epilessia
In pazienti epilettici in trattamento farmacologico con farmaci anticonvulsivanti sono stati riscontrati bassi livelli plasmatici di acido folico ed elevati livelli di omocisteina. Non è ancora del tutto chiaro, però, quanto l’iperomocisteinemia in questi pazienti rappresenti un fattore di rischio per patologie vascolari oppure determini un abbassamento della soglia della scarica convulsiva.

Omocisteina e gravidanza
L’omocisteina sembrerebbe giocare un ruolo molto importante anche in alcune patologie della gravidanza; elevati livelli di questo aminoacido sono stati osservati infatti nelle donne affette da preeclampsia, distacco prematuro di placenta e aborti spontanei; inoltre, nelle madri dei nati in sottopeso e nel 20% di quelle dei nati con difetti del tubo neurale, tra cui la più comune anomalia è la spina bifida, si è osservato un elevato livello di omocisteina.

Omocisteina e menopausa
Gli ormoni sessuali influenzano le concentrazioni di omocisteina. Gli uomini hanno livelli di omocisteina più elevati rispetto alle donne della stessa età. Tali livelli però si alzano nelle donne in menopausa. Ciò sottopone le donne dopo l’entrata in menopausaad un maggior rischio di incorrere in un evento cardiovascolare
Omocisteina e fratture ossee
L’iperomocisteinemia è stata anche chiamata in causa nei casi di fratture ossee da osteoporosi.
Omocisteina e insufficienza renale
L’insufficienza renale cronica (IRC) si associa molto frequentemente a un aumento dei livelli plasmatici di omocisteina, che può essere considerata una nuova tossina uremica. I pazienti uremici hanno un tasso di mortalità per malattie cardiovascolari che è di circa 30 volte più elevato rispetto alla popolazione generale .

Omocisteina e disfunzione erettile
Il legame è importante ed evidente poiché l’iperomocisteinemia è correlata ad un danno vascolare che a sua volta può essere alla base di un disturbo dell’erezione. Il deficit erettile non deve essere considerato coma una “malattia” a se stante perché può essere la spia di un problema vascolare ovvero può essere la prima manifestazione clinica che più tardi si manifesterà con eventi ischemici cardiaci o cerebrovascolari.
Omocisteina e occlusione venosa retinica
L’occlusione della circolazione venosa della retina (RVO) è un disturbo frequentemente riscontrato dai retinologi e tale patologia è seconda soltanto alla retinopatia diabetica come causa di perdita visiva secondaria a malattie vascolari della retina.I fattori di rischio che predispongono a RVO sono molteplici e in genere sono gli stessi che si riscontrano in alterazioni vascolari che coinvolgono altri distretti corporei come nel caso di ictus o coronaropatie. Tra questi ci sono quelli che riguardano lo stato trombofilico e quindi anche l’iperomocisteinemia.

Omocisteina e emicrania
L’associazione tra emicrania e iperomocisteinemia riguarda, in particolare, l’emicrania con aura. La disfunzione della parete dei vasi (endotelio), correlata a valori elevati di omocisteina, potrebbe essere la base del meccanismo di attivazione e d’insorgenza dell’emicrania per il danno diretto causato dall’omocisteina sull’endotelio e sullo stato ossidativo vascolare. Sembra, infatti, che l’omocisteina aggravi lo stress ossidativo. Alcuni dati sperimentali suggeriscono che la disfunzione endoteliale correlata all’iperomocisteina possa essere coinvolta nell’inizio e nel mantenimento del dolore emicranico durante l’attacco.

Omocisteina e disturbi dell’apparato uditivo
L’ipoacusia improvvisa e vertigini sono spesso riconducibili a lesioni intervenute in uno dei compartimenti di competenza anatomica del microcircolo del vestibolo, con danno selettivo o totale delle aree recettoriali. La sordità improvvisa può essere causata da disordini vascolari che favoriscono l’alterazione della perfusione cocleare. Numerosi fattori di rischio pro trombotici sono stati considerati nella patogenesi del danno vascolare, ed è stato recentemente suggerito il possibile ruolo delle alterazioni genetiche. Tra questi, i polimorfismi del gene MTHFR che portano a un aumento dell’omocisteina, possono essere coinvolti nella patogenesi della sordità improvvisa.

Omocisteina e psoriasi
È noto che vari farmaci impiegati nel trattamento sistemico della psoriasi possono influenzarne la prognosi a causa di vari effetti collaterali, alcuni dei quali di natura cardiovascolare. Tra questi è dimostrato che l’uso di metotrexate aumenta i valori di omocisteina plasmatica.
Omocisteina e malattie reumatiche autoimmuni
Elevati livelli sierici di omocisteina possono essere considerati fattore di rischio per le malattie cardiovascolari nei pazienti con artrite reumatoide (AR), così come nei pazienti con lupus eritematoso sistemico (LES).

Omocisteina e ipotiroidismo
Se non curati, i disordini della tiroide possono avere conseguenze importanti per il cuore: anche variazioni lievi dei livelli fisiologici degli ormoni tiroidei possono determinare un problema cardiaco. Alcune patologie tiroidee, come la tiroidite di Hashimoto (una malattia autoimmune che provoca l’infiammazione della tiroide e un conseguente ipotiroidismo), sono state associate a un aumento del rischio di ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, aterosclerosi, malattia cardiaca e ictus.

Omocisteina e celiachia
La celiachia è una grave e frequente malattia causata dall’intolleranza al glutine. La malattia è dovuta alla reazione immunitaria nell’intestino contro queste proteine con conseguente distruzione delle cellule intestinali e malassorbimento. A causa del malassorbimento, nei celiaci vi è frequentemente una carenza di: ferro, zinco, vitamine del gruppo B, vitamina K e altre sostanze. Un recente studio ha confermato il frequente e reale deficit di acido folico e di vitamina B12 e l’aumento dell’omocisteina nella celiachia anche misconosciuta.

Omocisteina e morbo di Crohn
La malattia di Crohn è un’infiammazione cronica che può colpire teoricamente tutto il canale alimentare, dalla bocca all’ano, ma che si localizza prevalentemente nell’ultima parte dell’intestino tenue chiamato ileo (ileite) o nel colon (colite) oppure in entrambi (ileo-colite). Nei tratti intestinali colpiti si hanno infiammazione, gonfiore e ulcerazioni che interessano a tutto spessore la parete intestinale. A causa del malassorbimento non è raro che i pazienti possano andare in contro a deficit vitaminico; in particolare un deficit di vitamine del gruppo B può portare a un aumento dei livelli di omocisteina .

Omocisteina e depressione
L’iperomocisteinemia può determinare un’alterazione dei neurotrasmettitori con consequenziale depressione.
Omocisteina e cancro
Da uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine è emerso che il cancro è causato con maggiore probabilità dalla dieta e dallo stile di vita che non dal corredo genetico individuale. Quale ruolo svolge l’omocisteina in questo ambito? Il cancro è provocato da danni al DNA e la presenza di elevati livelli di omocisteina rende il DNA più vulnerabile ai danni e non facilmente riparabile una volta danneggiato. All’estremo opposto si è riscontrato che la concentrazione di omocisteina è un ottimo indicatore dell’efficacia o meno delle terapie antitumorali. L’omocisteina aumenta quando il tumore cresce e diminuisce quando regredisce. Tra le forme di cancro più associate all’alta concentrazione di omocisteina vi sono il cancro al seno, al colon e la leucemia. Riducendo il livello di omocisteina si può ridurre di un terzo il rischio di queste malattie.