LE CONSIGLIANO PER 10 VOLTE DI ABORTIRE MA LEI DICE NO: ECCO COSA È ACCADUTO

L’aborto terapeutico, quello consigliato dai medici, può essere effettuato farmacologicamente o chirurgicamente in presenza di gravi rischi per la vita o per la salute psicofisica della madre o per evitare lo sviluppo di un feto affetto da gravi patologie o malformazioni.

Si tratta di un argomento molto delicato, in cui entrano in ballo discorsi etici, morali, religiosi, per cui, vigendo il libero pensiero, ognuno ha la sua concezione in merito.

Lungi dal voler creare polemiche, mi limito a riportare quel che i siti scientifici riportano riguardo all’aborto terapeutico che può essere effettuato se la madre ha gravi patologie cardiovascolari, tumori, soprattutto se si sono metastizzati, raggiungendo la placenta e il feto.

E ancora, per il feto, e vi sono disordini o anomalie cromosomiche, difetti neurologici, malformazioni, disordini metabolici. Fatta questa premessa, vi riporto la storia di una donna britannica.

Il suo caso si è diffuso rapidamente per il web e ha fatto breccia nei cuori di molta gente sensibile a queste tematiche. Vediamo cosa è accaduto a questa donna.

Natalie Halson, la protagonista di questa storia, incinta, si è sottoposta ad ecografia alla 22esima settimana di gestazione, per accertarsi che tutto stesse proseguendo per il verso giusto. Ma dall’effettuazione dell’esame strumentale, ha ricevuto una diagnosi inaspettata. Il piccolino che portava in grembo aveva la spina bifida, una malformazione congenita, provocata da un difetto nello sviluppo della colonna vertebrale e del midollo spinale durante la vita embrionale.

La spina bifida può causare paralisi delle gambe, danni cerebrali, incontinenza urinariaMa Natalie non ha voluto ascoltare i consigli dei medici di abortire, decisa a seguire il suo istinto materno. Così il 12 dicembre, in un ospedale di Liverpool, ha dato alla luce la figlioletta che ha chiamato Mirabelle. La 29enne, informandosi, ha trovato delle opzioni alternative all’aborto terapeutico.

“Ogni qual volta c’era un appuntamento, i medici mi consigliavano di abortire, dieci volte in tutto, Ma sono così felice di avere detto sempre no. Mirabelle è un miracolo”Natalie lavora come assistente nello stesso ospedale in cui ha effettuato l’ecografia, il Saint Mary’s Hospital di Manchester e dopo aver saputo che la figlia aveva la spina bifida, non riuscendo a darsi pace, ha effettuato delle ricerche in proprio per trovare soluzioni alternative all’aborto che sembrava l’unica soluzione praticabile per i medici .

Ansiosa, disperata, non faceva altro che piangere perché i medici le avevano illustrato una prospettiva drammatica: quella che, se avesse portato avanti la gravidanza, sua figlia sarebbe stata costretta a vivere per sempre sulla sedia a rotelle. Con tutta la forza e la determinazione possibile, ostinatamente proiettata a trovare un’alternativa a quello che era stato indicato come unico rimedio per “risolvere” il problema, la 29 enne non ha seguito i consigli dei medici, mettendo al mondo Mirabelle con un parto cesareo, alla 38esima settimana.

Dopo il parto, presso l’ospedale femminile di Liverpool, la piccola è stata trasferita  all’ospedale pediatrico Alder Hey per essere sottoposta all’intervento spinale. La riparazione chirurgica del difetto determina un netto miglioramento della prognosi, e dopo l’effettuazione dello stesso è richiesto l’intervento multidisciplinare di altri specialisti per la cura di eventuali problemi di motilità, di alterazioni della funzione intestinale e vescicale e dei reni. Ora la coraggiosa donna, guardando la sua Mirabelle, pensa: “Non ti avrei mai conosciuto”.