La vendetta di Putin sull’Ucraina: pioggia di missili su Kiev, ci sono morti e feriti

Una notte di violenza e distruzione ha segnato l’Ucraina, con una nuova ondata di attacchi missilistici e con lanci di droni provenienti dalla Russia. Le regioni colpite includono Kiev, Vinnytsia, Khmelnytsia, Leopoli e Ternopil, mentre esplosioni sono state segnalate anche nei pressi dell’aeroporto russo di Bryansk. Il bilancio è grave: vittime, feriti e dispersi sotto le macerie, con un blackout elettrico che ha aggravato la già difficile situazione nelle zone più colpite.

Secondo le autorità ucraine, nella notte sono stati lanciati complessivamente 407 droni d’attacco e 44 missili, di cui almeno 38 da crociera e 6 balistici. La maggior parte degli ordigni è stata intercettata dalla difesa aerea, ma non abbastanza da evitare danni significativi. Gli attacchi hanno provocato incendi, danneggiamenti a infrastrutture civili e militari e un crescente senso di allarme tra la popolazione. Il presidente Volodymyr Zelensky ha commentato: “La Russia non cambia stile”, invitando gli alleati a “reagire con decisione” alla nuova escalation.

A Chernihiv, nel nord di Kiev, si continua a cercare tra le macerie possibili dispersi. Il governatore Vyacheslav Chaus ha riferito di diversi condomini e abitazioni private colpite, con almeno quattro persone ferite e gravi danni a una fabbrica e ad altre infrastrutture. Le operazioni di soccorso sono ancora in corso e le autorità non escludono che possano emergere ulteriori vittime.

Intanto, oltreconfine, le forze ucraine hanno rivendicato attacchi a due aeroporti militari russi: quello di Engels, nella regione di Saratov, e quello di Diaghilev, nella regione di Ryazan. Lo Stato Maggiore ucraino ha confermato ufficialmente le operazioni, in un momento in cui il conflitto si estende sempre più nei territori russi. Fonti russe riferiscono di forti esplosioni anche vicino all’aeroporto di Bryansk.

Sul fronte diplomatico, la tensione cresce ulteriormente. Mosca ha annunciato che al momento non ci sono le condizioni per rinnovare il trattato START, in scaden tra otto mesi, sul controllo delle armi nucleari strategiche con gli Stati Uniti. Il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov ha dichiarato all’agenzia Tass che la situazione geopolitica attuale rende impossibile una trattativa trasparente e produttiva tra le due potenze.

Sul piano internazionale, Londra si aggiunge alle accuse contro Mosca: l’ambasciatore russo nel Regno Unito ha sostenuto che la Gran Bretagna sia coinvolta nei recenti attacchi condotti dall’intelligence di Kiev, fornendo supporto tecnologico e strategico alle operazioni ucraine. La tensione tra le grandi potenze si fa sempre più palpabile.

In ambito diplomatico, il cancelliere tedesco Friedrich Merz si trova a Washington, mentre l’ex presidente Donald Trump, in un’intervista, ha affermato: “Non penso che ci sarà un accordo”, riferendosi alla possibilità di un cessate il fuoco o di negoziati efficaci. La Russia, dal canto suo, ha ribadito che non sono previsti nuovi mediatori né un ritorno al tavolo dei negoziati, nemmeno con la proposta di Istanbul.

La situazione rimane estremamente fluida e pericolosa. L’offensiva russa dimostra un’intenzione chiara di colpire in profondità, mentre l’Ucraina mostra una crescente capacità offensiva. Tuttavia, il rischio di un’escalation fuori controllo si fa sempre più concreto, coinvolgendo direttamente o indirettamente grandi potenze mondiali e minacciando la stabilità internazionale.