La scusa del grillino: “Non ho restituito i soldi perché ho perso la password”
C’è voluto un anno a Santi Cappellani, deputato siciliano del movimento 5 stelle, per accorgersi di aver perso le password di accesso al portale tirendiconto.it per poter caricare i vari bonifici di restituzione di parte dei compensi, così come previsto dal regolamento dei grillini.
Cappellani (ma non è il solo) è in ritardo con le rendicontazioni: “Sto per inviare ora una mail all’audit di tirendiconto.it per spiegare che il mio è solo un inconveniente tecnico – spiega Santi Cappellani – Le restituzioni sono disposto a farle, ma sono tecnicamente impossibilitato. Mi sono dimenticato la password, mi era già capitato lo scorso anno e ora non riesco ad accedere alla pagine che servono per caricare i bonifici”.
Cappellani, però, non è l’unico “sbadato” del gruppo dei 5 stelle. Ci sono otto “in lizza” per essere espulsi dal Movimento per non aver fatto i versamenti dei bonifici con le restituzioni dei compensi. Non si sa se anche loro a causa della perdita della password di accesso. La riunione con i vertici del movimento 5 stelle è stata fissata per il 7 gennaio 2020 a Roma. Sarebbero otto i grillini a rischio espulsione (alcuni parlano addirittura di 11). Ma il provvedimento estremo potrebbe essere l’ultima ratio. Probabile che i vertici del Movimenti diano un aut aut ai deputati ritardari. Del genere “versate tutto e facciamo finta di niente”. Per avere un’idea di chi è a rischio espulsione basta collegarsi al sito tirendoconto.it. All’interno della sezione portavoce c’è l’elenco completo dei parlamentari e senatori che hanno effettuato i loro bonifici. Il sito è aggiornato ad ottobre 2019, ma c’è già chi ha provveduto ad effettuare i bonifici per l’intero anno appena trascorso.
Alla Camera solo sei non hanno restituito nulla nel 2019. Sono Nicola Acunzo, Nadia Aprile, Santi Cappellani, Flora Frate, Paolo Romano, Andrea Vallascas. A Palazzo Madama alcuni “ritardatari” hanno provveduto a versare, ma non hanno ancora rendicontato: sono Cristiano Anastasi (28.000 euro), Deledda Bogo (24.000 euro), Luigi Di Marzio (30.000 euro). Al vaglio rimangono le posizioni, su tutti, di Mario Michele Giarrusso (molto critico in questi giorni con i vertici) e di Alfonso Ciampolillo, già nel mirino dei probiviri qualche mese fa. Scorrendo l’elenco, però, sono tanti i pallini grigi (che indicano che non si è provveduto a fare il bonifico per uno specifico mese) rispetto a quelli verdi (che indicano invece l’avvenuta restituzione dei compensi per un mese). Ad occhio e croce, oltre il 50 per cento dei grillini non è in regola con le restituzioni dei compensi, come prevede lo statuto.
Intanto il deputato Gianluca Rospi che, insieme a Nunzio Angiola, ha abbandonato il Movimento, ha spiegato a la Repubblica il suo addio: “Il Movimento che ho conosciuto io non c’è più. La rivoluzione culturale promessa non c’è stata”. E sulle accuse di voler lasciare per non versare più i contributi al M5s afferma: “Ho smesso ad aprile, ma perché sono cambiate le regole. Ci avevano detto che sarebbero andati allo Stato, invece poi sono finiti a Rousseau. Senza nessuna spiegazione. Comunque ho versato ancora più di molti altri. Le somme mancanti le devolverò per eventi culturali o in beneficenza nel mio territorio”.