La libertà di culto è limitata in Lombardia: bocciata la legge che vieta le moschee

 

Con una sentenza relativa agli spazi per le moschee e altri luoghi religiosi, la Consulta ha stabilito che la Lombardia ha limitato irragionevolmente la libertà di culto. Secondo la Corte, la libertà religiosa garantita dall’articolo 19 della Costituzione comprende anche la libertà di culto e, con essa, il diritto di disporre di spazi adeguati per poterla concretamente esercitare.

È per questo che il legislatore, nel suo territorio, deve tener conto della necessità di dare risposta a questa esigenza e non può comunque ostacolare l’insediamento di attrezzature religiose come invece, evidentemente, è accaduto nella regione lombarda.

Moschee, accolta la questione sollevata dal Tar
La Consulta ha accolto le questioni sollevate dal Tar Lombardia e ha annullato due disposizioni in materia di localizzazione dei luoghi di culto introdotte nella disciplina urbanistica lombarda dalla legge regionale della Lombardia n. 2 del 2015. Le norme censurate finivano per “determinare una forte compressione della libertà religiosa senza che a ciò corrispondesse alcun reale interesse di buon governo del territorio”.

La risposta di Fontana su Facebook
“Non conosco nel dettaglio le motivazioni della Consulta sulla nostra legge, che studieremo a fondo, ma sono certo che la norma regionale intende contrastare chi non rispetta le regole e afferma e persegue i principi della sicurezza dei cittadini”: è quanto ha scritto su Facebook il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, commentando la sentenza della Consulta che ha annullato due disposizioni in materia di localizzazione dei luoghi di culto introdotte nella disciplina urbanistica lombarda.

“Era giusto – conclude – andare avanti, come avveniva in un paese in provincia di Cremona, con locali che di giorno erano macellerie islamiche e di notte moschee abusive? Secondo me, no!”.

 

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