La delirante Cirinnà ordina, l’abusiva Lamorgese obbedisce: via “madre” e “padre”, tornano “genitore 1 e 2”

Monica Cirinnà “comanda”, il governo si mette subito a disposizione. Bisogna cambiare le diciture sui documenti dei bambini. E di conseguenza anche sui moduli scolastici. La senatrice del Pd, mentre gli italiani combattono con l’emergenza, torna a insistere: le parole “madre” e “padre” sulle carte d’identità dei minorenni devono essere cancellate. Per lei sono una discriminazione inaccettabile, danneggiano le coppie arcobaleno. Quindi, via. Spazziamole subito. Rimettiamo “genitore 1 e 2”.

La Cirinnà “consiglia”, la Lamorgese si mette all’opera

Immediatamente la ministra dell’Interno si mette in azione. E subito afferma: «Il Garante per la protezione dei dati personali ha rivelato delle criticità riguardo al decreto del 2019». In sostanza, “guerra” a Salvini. «Abbiamo accolto la possibilità di un approfondimento e nei prossimi giorni ci sarà un confronto sul tema con il Garante. In seguito», dice la Lamorgese, «sarà possibile l’adeguamento delle carte di identità per le coppie omogenitoriali, previo un controllo normativo».

La reazione di Matteo Salvini

La “ministra” lo afferma al question time in Senato. L’idea della Cirinnà va avanti. Parte il meccanismo per ripristinare la parola “genitori” al posto di “padre” e “madre”, iniziando dalle carte di identità elettroniche dei minori valide per l’espatrio. «Il governo», insorge Salvini, «non sa cosa fare su cassa integrazione, concessioni autostradali, riforma della Giustizia, scuola o taglio delle tasse. Mentre sbarcano più di 600 immigrati in poche ore, cosa annuncia il Viminale? Di togliere la dicitura “madre” e “padre” dai documenti dei minori. Dopo la legge elettorale per danneggiare la Lega, ecco un’altra delle priorità del governo. È imbarazzante».

Anni fa quelle parole della Cirinnà…

Sono ancora famose le parole che la Cirinnà, alcuni anni fa, pronunciò nel corso di un dibattito. Parole che fanno capire la linea della senatrice dem. «In tanti siamo cresciuti da uno stereotipo o da un pregiudizio», disse a un ragazzo. Che replicò: «Ma quindi un padre e una madre sono uno stereotipo?». E la Cirinnà: «Sì, in molti casi sì».

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