La casta con il bonus Cinque parlamentari incassano i 600 euro

 

Un orrore che lascia quantomeno basiti. Cinque parlamentari italiani avrebbero chiesto e ottenuto il bonus da 600 euro previsto dal governo per le partite Iva in difficoltà in questi tempi di coronavirus.

Come se ne avessero davvero bisogno. Lo stipendio netto da oltre 12mila euro, evidentemente, non gli bastava. E così si è scoperto che l’obiettivo primario di questi deputati era arrotondare con il bonus che il governo, in piena emergenza Covid, ha voluto introdurre soprattutto per chi, nei mesi scorsi, si è trovato senza uno stipendio. In soldoni, si tratta di una vera e propria bomba deflagrata tra i Palazzi del potere.

Nulla di illegale, certo, ma qualcosa che senza dubbio assomiglia a una bruttissima figura. Si sa che la battaglia contro i privilegi dei politici abbia tenuto banco negli ultimi tempi sui media e in alcuni partiti. Ora piove dal cielo questa notizia non da poco. Oltre al salario mensile, i nostri governanti godono di svariati vantaggi. A questi si aggiunge ora, in modo mirabolante, il bonus Covid.

A scoprire il magheggio è stata la Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps. I 600 euro previsti dai decreti Cura Italia e Rilancio erano destinati alle partite Iva e ad alcune specifiche categorie di autonomi. Vista l’emergenza in corso, senza alcuna distinzione di reddito tra i lavoratori.

A norma di legge, scrive Repubblica, tutti i possessori di partita Iva, liberi professionisti e co.co.co, oltre ad alcune categorie di autonomi, avevano diritto di accedere all’indennità, erogata sull’onda dell’emergenza, per i mesi di marzo e aprile (a maggio, poi, è stato introdotto il limite del calo di fatturato). Infatti come si legge sul sito dell’Inps: “A tali indennità possono accedere, per marzo e aprile, i liberi professionisti con partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020, iscritti alla Gestione Separata e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che non siano titolari di un trattamento pensionistico diretto, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità”. Mentre per maggio, mese in cui l’assegno è salito a mille euro, oltre alla partita Iva, attiva alla data del 19 maggio 2020, occorre dimostrare di aver subìto una perdita di reddito del 33% nel secondo bimestre 2020 rispetto al secondo bimestre 2019. Non si può dunque parlare di frode, ma la notizia rivela ancora una volta che la casta è dura a morire.

Piccato il commento su questa faccenda della vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli: “Se confermato che cinque parlamentari hanno chiesto il bonus per le partite Iva in difficoltà, questo sarebbe semplicemente uno scandalo. È inaccettabile che mentre le famiglie non sapevano come fare la spesa e molte attività chiudevano, qualcuno, con lo stipendio garantito, senza avere accusato perdite, abbia pensato di approfittarsi dell’emergenza Covid togliendo soldi a chi ne aveva realmente diritto e, soprattutto, bisogno. Ci aspettiamo un sussulto di dignità: i deputati di cui parla l’Inps chiedano scusa e, se li hanno presi, restituiscano immediatamente i soldi. Diversamente non si lamentino se i cittadini hanno sempre meno fiducia nella politica e si ingrossano le file dell’astensione e dei voti di protesta”.

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