Italia, l’annuncio che sconvolge i fumatori: “Addio sigarette”

In un panorama industriale in continua evoluzione, poche realtà stanno vivendo una trasformazione tanto profonda e articolata come quella che interessa uno dei protagonisti storici del settore del tabacco. La spinta verso l’innovazione tecnologica, la ricerca scientifica avanzata e una crescente attenzione al ruolo sociale ed economico che un’azienda globale può e deve assumere stanno portando a una ridefinizione radicale dei modelli tradizionali.

Questo cambiamento non riguarda soltanto le modalità di produzione o i prodotti stessi, ma si estende all’intera catena del valore, coinvolgendo l’agricoltura, la manifattura, la distribuzione e il rapporto con i consumatori, che diventano sempre più al centro di un sistema pensato per garantire qualità, sicurezza e sostenibilità.

Dietro a questa metamorfosi si celano investimenti importanti, strategie innovative e collaborazioni che coinvolgono istituzioni, partner locali e comunità, con l’obiettivo di costruire un futuro diverso e più responsabile, in cui il progresso tecnologico sia al servizio di un benessere collettivo più ampio.

In questo contesto, la scelta di puntare su nuove tecnologie senza combustione rappresenta non solo un cambiamento di prodotto, ma un segnale forte di volontà di leadership nel settore, accompagnato da un impegno scientifico senza precedenti per validare con rigore ogni innovazione. Le ricadute economiche di questa trasformazione sono altrettanto significative, perché coinvolgono migliaia di imprese e lavoratori, rafforzando la filiera nazionale e valorizzando competenze e professionalità radicate sul territorio.

Una visione a lungo termine, che si traduce in investimenti pluriennali e accordi strategici pensati per garantire stabilità, crescita e sostenibilità in un settore tradizionalmente complesso e soggetto a grandi cambiamenti normativi e di mercato. Solo alla fine di questo percorso emerge chiaramente la portata della sfida e la portata della trasformazione in atto: il sogno ambizioso di rendere l’Italia il primo paese europeo a dire addio alle sigarette tradizionali entro il 2030, una rivoluzione epocale che cambierà non solo il volto di un’industria, ma anche l’esperienza e la salute di milioni di persone.

Philip Morris Italia sta vivendo una fase di trasformazione profonda e radicale, che non riguarda soltanto l’aspetto commerciale, ma coinvolge a 360 gradi l’intero modello di business, la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e il ruolo sociale dell’azienda. Sotto la guida di Pasquale Frega, nominato presidente e amministratore delegato nel febbraio 2025, l’impresa si è posta un obiettivo ambizioso e senza precedenti: fare dell’Italia il primo paese europeo a eliminare completamente, entro il 2030, il consumo di sigarette tradizionali.

Un traguardo che rappresenterebbe una vera e propria rivoluzione per un settore storico e profondamente radicato nella cultura e nell’economia nazionale. Per raggiungere questo scopo, Philip Morris ha pianificato investimenti per oltre un miliardo di euro da destinare a innovazione, ricerca e sviluppo, formazione e sostenibilità, rafforzando così una filiera integrata e moderna che si estende dall’agricoltura 4.0 fino alla distribuzione e al supporto al consumatore finale. Il cuore di questa innovazione straordinaria è lo stabilimento di Crespellano, nel bolognese, una struttura che con i suoi 1,5 miliardi di euro di investimenti rappresenta la più grande fabbrica costruita ex novo in Italia negli ultimi 25 anni.

Questo polo produttivo non è soltanto un impianto industriale, ma un vero e proprio centro di eccellenza che attrae e ospita circa 3.000 dipendenti provenienti da 41 diverse nazionalità, tra ingegneri, ricercatori e tecnici impegnati nello sviluppo di prodotti innovativi senza combustione. Qui si realizzano prototipi, processi produttivi all’avanguardia e programmi di formazione destinati a diffondere nuove competenze all’interno di tutto il gruppo Philip Morris nel mondo. I prodotti sviluppati a Bologna non solo servono il mercato italiano, ma sono esportati in oltre 50 paesi, contribuendo a generare un valore di export superiore a 1,9 miliardi di euro.

Questo dimostra come l’azienda abbia integrato innovazione tecnologica e capacità produttiva in un sistema altamente competitivo a livello globale. Non meno importante è il ruolo che Philip Morris Italia gioca nell’ambito della filiera agricola nazionale. La multinazionale coinvolge direttamente e indirettamente circa 8.000 imprese fornitrici e di servizi, di cui oltre 1.000 operano nel settore agricolo. Questo ecosistema produttivo dà lavoro a circa 41.000 persone in tutto il territorio italiano, rendendo Philip Morris un attore economico di primo piano e un partner fondamentale per molte comunità locali. La collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura e con Coldiretti, iniziata nel 2011, ha consentito la stipula di accordi pluriennali volti a garantire prevedibilità commerciale, sostenibilità, formazione professionale, lavoro legale e competitività sul mercato per gli agricoltori italiani.

Il rinnovo di questi accordi nel novembre 2024 ha esteso l’impegno fino al 2034, confermando un piano di investimenti complessivi fino a un miliardo di euro dedicati esclusivamente alla filiera italiana. Dal punto di vista scientifico e sanitario, Philip Morris International ha investito oltre 14 miliardi di dollari in ricerche approfondite per testare, valutare e certificare i prodotti senza combustione come potenzialmente meno dannosi rispetto alle sigarette tradizionali. Questi studi comprendono approfondimenti tossicologici, sperimentazioni cliniche, analisi comportamentali e monitoraggi post-vendita, per assicurare un elevato standard di sicurezza e trasparenza. Un riconoscimento importante è arrivato recentemente dalla Food and Drug Administration statunitense, che ha autorizzato alcune versioni dei dispositivi IQOS e dei prodotti di nicotina orale Swedish Match come “prodotti a rischio modificato”, segnando un passo avanti significativo nella protezione della salute pubblica. Questi progressi scientifici sono alla base della strategia di Philip Morris, che punta a sostituire gradualmente il consumo di tabacco combusto con alternative innovative, cercando di ridurre l’impatto sanitario negativo su scala globale.