Italia, firmata l’ordinanza per l’estate 2025: ecco cosa sarà vietato

La stagione balneare 2025 a brevissimo , prenderà il via ma si corre già all’emanazione di ordinanze, provvedimenti posti in essere dalle amministrazioni comunali, in modo da gestire, nel miglior modo possibile, anche la vita in spiaggia.

Come ogni estate, i Comuni intervengono con una serie di norme che puntano a rendere sicura la balneazione, evitando che l’incolumità dei bagnanti o di chi si trova a prendere la tintarella in spiaggia venga messa in pericolo. Insomma,  la sicurezza prima di tutto, anche quando si tratta di nuotare o stare al sole.

Nei mesi estivi, sono in tanti i turisti e i residenti che corrono in spiaggia, per refrigerarsi,  per una piacevole evasione dallo smog e dalla frenesia della quotidianità ma anch’essa sottende dei rischi non indifferenti, difatti la cronaca ha il duro e sporco compito di metterci al corrente dei fatti più forti , legati a imprevisti sopraggiunti o a leggerezze che sono costate caro prezzo.

Capiamo bene quanto prezioso sia avere un testo che ci dice cosa è consentito e cosa no, dato che i divieti sono doverosi per non mettere a repentaglio la vita di chi decide di recarsi in spiaggia.

 

L’ordinanza per l’estate 2025 è stata appena firmata: ecco cosa sarà vietato,  dunque non vi resta che prendere nota in modo da non correre rischi,  mentre siete in acqua o sulla sabbia .

Il Comune di Lipari ha vietato, con ordinanza, la balneazione su circa 47 chilometri di costa, su un totale di 117 e questo provvedimento vale per tutte le  isole dell’arcipelago, eccetto Salina, che ha un’amministrazione autonoma. Secondo l’ordinanza, molte delle zone più frequentate e suggestive delle Eolie  sono comprese nel divieto, generando preoccupazione tra turisti, operatori e skipper.

A ben vedere, questa ordinanza del 2025 è identica  a quelle dei due anni precedenti ed è  volta a proteggere l’incolumità dei bagnanti dalla  caduta massi,  come è successo a Valle Muria a Lipari o la baia della Grotta del Cavallo a Vulcano. Parliamo di zone stupende sotto l’aspetto della biodiversità e di scenari ma molto pericolose . Al di là del divieto messo per iscritto, non vengono effettuati controlli costanti, ragion per cui in tanti continuano a bagnarsi in quella zona.

L’ordinanza ha una funzione cautelativa più che operativa. Se qualcuno ignora il divieto apposto con ordinanza, facendosi male,  è come se il Comune  dicesse: ti avevo avvisato in anticipo.

Il Comune dovrebbe pensare all’installazione capillare di reti contenitive nei punti più critici, come è successo a Chiaia di Luna, a Ponza, ma solo dopo che si sono avute brutte conseguenze. Urgono misure di prevenzione adeguate. Nel frattempo, si spera che la segnaletica delle aree interdette alla balneazione possa essere sempre chiara e ben visibile, sia da terra che da mare.

Chi arriva in barca, dovrebbe riconoscere i tratti di costa vietati e dovrebbe essere consentito ai bagnanti che raggiungono le spiagge da terra,  evitare inconsapevolmente zone potenzialmente pericolose.   Certo, l’ordinanza esiste, non la si può ignorare per cui massima attenzione. Il buon senso, in primis.