ITALIA, CI RISIAMO: TROPPI CONTAGI SCATTA LA PRIMA MAXI ZONA ROSSA. L’ORDINANZA

Un’Italia davvero in ginocchio. Dopo le ondate pandemiche legate al Covid e alle sue varianti, in particolare la Omicron, diffusasi rapidamente in quest’estate, il nostro Paese, già oberato di problemi legati alla crisi umanitaria e finanziaria in corso, si trova a dover fare i conti con altre paure.

Stavolta non parliamo del Sars-Cov-2 che, lungi dall’essere un vecchio ricordo, continua comunque a colpire, ma di un altro virus che si sta diffondendo velocemente, creando, ovviamente, panico tra la popolazione.

Siamo già traumatizzati dal Covid, abbiamo impresse nelle nostre menti tutte le bare di Bergamo che scorrevano lungo la strada, trasportate dai camion dell’esercito.

Siamo reduci da 2 anni e mezzo di lockdown che ha sconvolto le nostre vite. In tanti hanno perso i loro cari senza poterli neppure salutare per l’ultima volta; in tante le famiglie sterminate nel giro di poche ore.

Una mattanza che è ancora troppo viva nella nostra mente, alla quale va ad aggiungersi un potenziale ulteriore pericolo, legato alla diffusione del West Nile.

Il West Nile virus non si trasmette da uomo a uomo, ma vien trasmesso all’uomo attraverso la puntura delle zanzare ,per lo più del tipo Culex, e uccelli selvatici. Si tratta di un un virus appartenente al genere Flavivirus, come, per esempio, i virus della febbre gialla, della dengue e di alcune encefaliti.

Il virus ha un periodo di incubazione che va da 2 giorni a 2 settimane, dopo la puntura. Nonostante la maggior parte della gente sia asintomatica, i soggetti punti sintomatici presentano sintomi simil-influenzali nella maggior parte dei casi, come febbre, mal di testa, nausea, vomito. Ovviamente negli anziani nei soggetti fragili la sintomatologia può essere molto più grave, arrivando a convulsioni, paralisi, coma e, nel peggiore dei casi, al decesso.

Allo stato attuale la regione italiana più colpita è il Veneto in cui, stando agli ultimi dati disponibili, si sono registrati 386 contagi. Alcuni focolai hanno costretto le autorità a proclamare 2 zone rosse in provincia di Padova e di Venezia, mentre  sono in programma nuovi interventi di disinfestazione nel veneziano, sulla base di quanto stabilito dal nuovo piano di emergenza regionale.

Precisando che la situazione in Veneto è costantemente monitorata, 192 dei 386 casi di West Line si sono manifestati in forma neuro-invasiva e 13 dei 22 decessi registrati al Nord Italia sono avvenuti proprio in Veneto. La situazione è stata aggravata dalle temperature torride e dalla siccità, che ha fatto proliferare i focolai di zanzare.

Per fronteggiare questa emergenza, la Giunta regionale ha approvato un piano straordinario da 1 milione di euro contro il West Nile Virus in Veneto per effettuare un’attività urgente di disinfestazione, di diagnosi e di informazione, che sarà svolta nei primi dieci giorni di settembre. Il presidente Luca Zaia e l’assessore alla Sanità Sociale Manuela Lanzarin hanno annunciato che siamo di fronte ad un’emergenza sociale, suddividendo il territorio in zone bianche, gialle, arancioni e rosse, sulla base della valutazione del grado di rischio e di intervento.