“Il virus fu inatteso? Menzogne. Vi svelo le colpe dello Stato”

 

Un anno dopo, e non “è cambiato nulla”. O quasi. Il contagio “si diffonde in maniera incontrollata”, il dolore brucia ancora come l’olio bollente sulla carne viva. Ma la rabbia ha ormai “lasciato il passo alla determinazione”. Un anno fa Consuelo Locati perdeva il padre, scopriva il coronavirus, veniva investita dal nemico sconosciuto.

Oggi combatte, denuncia, scava. È uno degli avvocati che difende le vittime bergamasche della pandemia, quelle storie raccontate nel Libro nero del coronavirus. Locati dopo 365 giorni chiede ancora “verità, trasparenza e assunzione di responsabilità” a quelle istituzioni, senza distinzioni politiche, che “non hanno fatto abbastanza” per salvare la vita di oltre 90mila persone.

Avvocato, è già passato un anno…
“Ci stiamo avvicinando ad anniversari per noi molto difficili da affrontare”

Cosa si ricorda di quelle ore in cui suo padre è venuto a mancare?
“Ricordo incredulità, impotenza. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. A mio padre hanno tolto il casco cpap perché in ospedale non ne avevano abbastanza per tutti. Gli hanno somministrato morfina per accompagnarlo alla morte. E io l’ho scoperto solo dalla cartella clinica”

Prova ancora rabbia?

“No, non sono più arrabbiata. Il dolore, che non guarisce certo in un anno, si è trasformato nel desiderio di fare chiarezza”

Sulla gestione dell’emergenza c’è ancora molto da raccontare, o sappiamo tutto?
“In un anno abbiamo squarciato una fitta coltre di nebbia e di mancata trasparenza. Altro che verbali desecretati: se non ci fossimo stati noi legali e Robert Lingard, probabilmente molti dettagli oggi non sarebbero di dominio pubblico”

Cito alcuni esempi: il piano pandemico non aggiornato, il report dell’Oms scomparso, il “piano anti covid” tenuto segreto.
“Sono tutti elementi che forniscono alcune risposte alle tante domande dei cittadini”

Quali risposte?

“Ci hanno fatto capire che l’Italia non era pronta ad affrontare l’emergenza: lo dicono ormai le numerose prove documentali”.

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