Il questore di Padova: “Noi lavoriamo per arrestare spacciatori stranieri, ma dopo 48 ore sono liberi sotto casa”

«Qui ci sono sempre due uomini di colore che passano in bicicletta, vendono la droga e si allontanano». «Su quella panchina si siede un ragazzo asiatico. Sta tutto il giorno attaccato al cellulare e aspetta i clienti». «C’è un’agenzia immobiliare che affitta gli appartamenti a troppe persone poco raccomandabili». All’ennesima segnalazione di questo genere, il questore Isabella Fusiello prende in mano il microfono e allarga le braccia: «Io vi capisco, io capisco le posizioni dei residenti. Ma per avere più sicurezza non basta limitarsi a chiedere più polizia, più polizia, più polizia. Anche perché lo sapete come va a finire: noi arrestiamo lo spacciatore ma dopo 48 ore ve lo ritrovate libero sotto casa. La polizia deve fare le grandi indagini, non disperdere le energie».

LA POSIZIONE
Padova, giardino Esperanto, assemblea della Consulta 3A convocata per parlare di sicurezza. È in questa occasione, ieri mattina davanti a 50 persone (residenti nei quartieri Stanga, Torre, Mortise e Ponte di Brenta) che il questore di Padova ribadisce un concetto già ampiamente dibattuto da politici e cittadini. Le leggi consentono a molti spacciatori di entrare e uscire dalla cella con grande facilità, tornando liberamente a vendere la droga poche ore dopo l’arresto. «Se l’unica ricetta fosse quella di arrestare gli spacciatori per poi vederli tornare liberi – sottolinea il questore – non andremmo da nessuna parte».
Alla base di questo ragionamento c’è un chiaro invito ai residenti: «Per rendere più sicura una zona come questa servono iniziative, non basta invocare più forze dell’ordine. Serve la collaborazione e la partecipazione dei cittadini. Per quanto riguarda lo spaccio, il problema è a monte. C’è un forte disagio e ci sono moltissimi clienti, dai giovanissimi ai professionisti di mezza età. Se riduciamo il tutto alla presenza o meno della polizia, non andremo mai a fondo. Bisogna lavorare molto sull’educazione e sulle iniziative che possono tener vivo il quartiere. Voi stessi, frequentando questo parco, potrete essere importanti presidi di sicurezza».

Fatte queste premesse, c’è anche un altro importante invito. «Voi potete essere delle sentinelle. Vedete una macchina che si ferma davanti allo spacciatore? Se ci manderete la targa ci avrete aiutato. Ci sono situazioni poco limpide nella gestione degli affitti? Dite agli amministratori di condominio di presentare denuncia».
L’AMMINISTRAZIONE
L’assemblea convocata dalla presidente della Consulta Silvia Bresin ha visto in prima fila anche la dirigente delle Volanti della questura, Michela Bochicchio. Presenti pure il consigliere comunale Luigi Tarzia (presidente della commissione Sicurezza), alcune insegnanti delle scuole della zona, il presidente del comitato Stanga Paolo Manfrin e l’educatore di strada Stefano Bragagnolo. L’intervento più lungo dopo quello del questore, però, è stato quello dell’assessore alla Sicurezza Diego Bonavina: «Uno dei compiti di una Consulta è quello di fare proposte. Aspettiamo le vostre – è l’esortazione dell’assessore – Qualcuno di voi diceva che servirebbero nuove attrezzature per rendere più vivo questo parco. Benissimo, chiedetelo formalmente. I luoghi si possono migliorare: guardate il parco Milcovich all’Arcella. È stato fatto un bel progetto e le stesse persone che si lamentavano perché era morto adesso si lamentano perché è troppo vivo. Lo dico da sportivo: facciamo squadra».

IL COMUNE
A chi invoca più pattuglie, Bonavina risponde: «Io sono dalla parte della prevenzione, non della militarizzazione. Meglio vedere le società sportive che polizia, carabinieri e vigili agli ingressi del parco. E comunque, anche volendo, avere dei presidi fissi sarebbe impossibile visto che a Padova abbiamo ben tredici parchi. Ragioniamo su qualcosa da fare assieme, ragioniamo sui progetti».
Anche Bonavina fa un accenno alla legge: «Sarebbe il massimo risolvere il problema con degli interventi rapidi della polizia, ma dopo due giorni questi personaggi tornano in circolazione. Di arresti ne vengono fatti tantissimi, ma se bastasse solo questo avremmo già liberato Padova dal problema della droga». Al di là della droga, i residenti segnalano anche un problema di disturbo della quiete pubblica: «L’altra notte alle due e mezza in questo parco c’erano trenta ragazzi»

 

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