Il killer di Luca Sacchi: “Volevo spaventarlo, non ucciderlo”

In attesa dell’interrogatorio di convalida del fermo per Valerio del Grosso e Paolo Pirino, arrestati per l’omicidio di Luca Sacchi, il 24enne ucciso con un colpo di pistola alla tempia mentre si trovava con la fidanzata, filtrano le prime parole di Del Grosso, colui che avrebbe premuto materialmente il grilletto della pistola P38.

Un colpo secco alla nuca che non ha lasciato scampo a Sacchi, trapassandogli il cranio. Una vera e propria esecuzione. Non è così per Del Grosso, che durante la fuga – terminata dopo poche ore (clicca qui per le foto dell’arresto) – si è giustificato così con la fidanzata: “Volevo solo spaventarlo, non ucciderlo”. Versione confermata dalla ragazza.

Come si legge nel decreto di fermo del pm, Del Grosso le avrebbe chiesto di accompagnarla in albergo per fargli compagnia. Ma lei si è limitata “ad accompagnarlo al Cervara Hotel Park, dove precedentemente su indicazioni dello stesso, prenotavo a mio nome e con un mio documento una stanza”. A quel punto, la ragazza si allontanava dalla struttura per raggiungere un’amica, prima di essere fermata da una pattuglia della polizia cui ha raccontato tutto. “Dove si nasconde?”, le hanno chiesto gli agenti, che hanno avuto l’imbeccata per arrestare il killer. E alla domanda se la giovane fosse a conoscenza dei motivi che avevano spinto Del Grosso a fare fuoco su Sacchi, lei ha risposto: “No, mi ha solamente detto che il suo intento era quello di spaventare e non di uccidere”.

Versione confermata agli agenti da Del Grosso, mentre li accompagnava nei luoghi dove aveva nascosto le prove dell’omicidio, compreso lo zainetto di Anastasia Kylemnyk (la fidanzata di Sacchi), contenente oltre 2mila euro divisi in mazzette da 20 e 50. Dietro al delitto potrebbe esserci una compravendita di droga, poi sfociata nella rapina e nell’omicidio. Il killer potrebbe confermarlo oggi, fornendo ulteriori dettagli, nell’interrogatorio di convalida del fermo che lo ha spedito al carcere di Regina Coeli.