Guerra in Ucraina, così da Sigonella la Nato ha spiato la fine dell’ammiraglia

L’allarme nella base siciliana di Sigonella è scattato quando sono state intercettate le prime notizie sull’incendio a bordo dell’incrociatore Moskva. Due grandi aerei da ricognizione teleguidati GlobalHawk sono decollati in pochi minuti, dirigendo a tutta velocità verso il Mar Nero: una procedura straordinaria, perché normalmente un solo velivolo di questo tipo si alterna nelle missioni di sorveglianza del conflitto.

Poco dopo, anche un bireattore Boeing P8 è partito dall’installazione italiana lungo la stessa rotta. Ma l’intero dispositivo dell’Alleanza atlantica si è mobilitato, attivando altri velivoli radar – un E-3 Awacs e un RC-135 – con l’obiettivo di scandagliare qualsiasi attività nel Mar Nero. L’emergenza provocata nella marina russa dal rogo dell’incrociatore infatti è diventata l’occasione per raccogliere informazioni su frequenze e apparati impiegati dalle forze di Mosca: in genere durante queste crisi la priorità è soccorrere l’equipaggio o salvare la nave dall’affondamento e c’è minore attenzione a schermare comunicazioni e impianti. Esponendoli così ai sensori dell’intelligence occidentale.

Aerei e droni della Nato sono rimasti lontani dai confini terrestri e marittimi della Russia per evitare il rischio di incidenti e hanno evitato di avvicinarsi alla linea del fronte in Ucraina. Ma i loro sistemi di sorveglianza sono in grado di captare informazioni a oltre trecento chilometri di distanza. In particolare i GlobalHawk hanno proseguito la vigilanza per oltre dodici ore nelle acque del Mar Nero, captando ogni aspetto delle operazioni di Mosca per rimorchiare l’incrociatore, nel tentativo fallito di portarlo fino agli scali della Crimea. Le rotte dei droni monitorate dagli spotter come ItalmilRadar e Manu Gomez permettono di farsi un’idea del punto dove è avvenuta l’agonia dell’incrociatore: i velivoli spia hanno orbitato più volte intorno alla zona del dramma.

Ma gli stessi “osservatori web” segnalano come anche nel Mediterraneo le missioni dei ricognitori volanti di tutte le forze Nato da ieri si sono intensificate: tra Creta e Cipro si muovono i due gemelli del Moskva, gli incrociatori Varyag e Maresciallo Ustinov, accompagnati da caccia, fregate e sottomarini che da settimane conducono una sfida serrata con le flotte della Nato.