Grazie a Bellanova è boom di criminali sui barconi. Arrestati 7 tunisini appena sbarcati per spaccio e violenza

Tra regolarizzazione di migliaia di immigrati da far lavorare nei campi e uno sbarco al dì come se niente fosse, prosegue a gonfie vele la politica dell’accoglienza in salsa giallofucsia. Insomma, l’epidemia ha tutto tranne che fatto rivedere i piani al governo. Al contempo però, continuano a emergere le falle macroscopiche delle porte aperte. Quanto successo oggi in Puglia è uno dei tanti casi che evidenziano questa problematica, eppure decisamente emblematico. All’hotspot di Taranto sono stati arrestati dalla polizia 7 tunisini, dei quali due (di 39 e 40 anni) risultati destinatari di ordini di carcerazione.

Spaccio, violenze e ricettazione

Il 39enne nordafricano è finito in manette per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti nonché resistenza a pubblico ufficiale. Il 40enne per violenza privata, lesioni, ricettazione ed evasione. Gli altri cinque sono rientrati illegalmente in Italia dopo essere stati espulsi. Di conseguenza tutti i 7 tunisini sono stati condotti al carcere di Taranto. Bene, ma di primo acchito non sembra esserci nulla di così sconvolgente in questa vicenda. Siamo di fronte all’ennesimo caso, più o meno all’ordine del giorno, di immigrati irregolari che finiscono in manette per reati di analoghi a quelli compiuti da questi 7 cittadini tunisini. Non che di per sé la cosa non dovrebbe far notizia, è comunque importante segnalare questi episodi, per dovere di cronaca e per gravità dei fatti in questione.

Eppure questa vicenda è meno marginale di quanto possa apparire agli occhi stanchi di chi ne legge spesso di simili. Perché i 7 tunisini arrestati erano sbarcati pochi giorni fa a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. Un barcone carico di 58 clandestini che una volta arrivati sula costa pugliese sono stati ricollocati nell’hotspot di Taranto. Ecco, ad essere significativa è soprattutto la rapidità con cui certi soggetti finiscono per compiere dei crimini. Sette clandestini arrivati da pochi giorni in Italia, ovvero immigrati che secondo alcuni dovrebbero presto pagarci le pensioni, in realtà erano già dediti a spaccio, ricettazione e violenze.

Di Alessandro Della Guglia

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