Fischi a Gad Lerner durante la manifestazione pro-Palestina: “Sono un sionista, ma non un assassino”

Durante la manifestazione nazionale a sostegno della Palestina, promossa da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, il giornalista e scrittore Gad Lerner ha preso la parola sul palco, suscitando reazioni contrastanti tra il pubblico presente. L’evento, caratterizzato da un forte coinvolgimento pacifista e pluralista, si è trasformato in un momento di tensione quando Lerner ha espresso le sue posizioni, accompagnate da riferimenti storici e riflessioni sulla situazione israelo-palestinese.

Lerner ha aperto il suo intervento dichiarando: “Sono un sionista. Ma non un assassino”. Parole che hanno immediatamente diviso la folla, con alcuni presenti che hanno risposto con fischi e contestazioni, anche se tali reazioni sono progressivamente diminuite mentre il giornalista continuava a parlare. “Chi vi sta parlando è un sionista. Mettetevi nei miei panni. Sionista non equivale a essere un assassino”, ha aggiunto, cercando di chiarire il suo punto di vista.

Il discorso ha toccato anche temi delicati come l’uso della memoria della Shoah da parte di Netanyahu, che Lerner ha criticato aspramente: “Anche questo ci ha fatto Netanyahu”, ha detto, “si intesta abusivamente la memoria della Shoah per tentare di dare un salvacondotto morale. E così induce molta gente non solo a interrompermi ma anche a dire ‘basta con questi ebrei, ci hanno stufato con la Shoah’. Ma io vado avanti lo stesso.”

Lerner ha richiamato figure simbolo della memoria come Liliana Segre ed Edith Bruck, sopravvissute alla Shoah, sottolineando l’importanza del rispetto delle sensibilità altrui: “Chi lavora per la pace rispetta le sensibilità altrui e io a casa non ci vado proprio, non sarà qualche urlo a farmici andare.” Rivolgendosi a chi nelle manifestazioni inneggia ad Hamas, ha ammonito: “Chi inneggia ad Hamas sbeffeggia la resistenza. Noi sappiamo che la storia non è iniziata il 7 ottobre. Già il giorno dopo, il quotidiano Haaretz scrisse che la responsabilità di quel disastro è del governo di Netanyahu, un governo di esproprio e annessione.”

Lerner ha concluso il suo intervento con un appello alla necessità di una visione più ampia e critica anche all’interno di Israele: “Il massacro e la deportazione di uno dei due popoli, oltre che criminale, è inverosimile. La convivenza è l’unica ipotesi possibile. Noi sentiamo la responsabilità anche di difendere Israele da se stesso, dal male che sta facendo a se stesso oltre che agli altri.”

Nonostante le contestazioni iniziali, l’intervento di Lerner ha trovato consensi tra la parte di piazza più incline a un approccio pacifista e pluralista, evidenziando come anche in contesti di forte tensione sia possibile un dibattito aperto e rispettoso.