Firenze nelle mani dei pusher Immigrati pestano tre agenti

Spacciano liberamente alla luce del giorno, assembrati in una delle zone verdi più grandi della città e come se non bastasse aggradiscono gli uomini della polizia che tentano di fermare la loro spudorata violazione delle norme.

É successo ieri nella zona delle Cascine, a Firenze, da anni ormai diventata una delle principali piazze di spaccio della città gestita da immigrati.

Durante un controllo contro lo spaccio di droga effettuato da una pattuglia del Reparto Antidegrado della Polizia Municipale un gruppo di extracomunitari africani ha aggredito i vigili che cercavano di identificare gli spacciatori. Uno di loro, infatti, ha cercato di sfuggire ai controlli, ma non appena l’uomo ha tentato la fuga gli agenti della Municipale sono riusciti a fermarlo. La reazione violenta dell’uomo ha costretto la polizia a chiedere rinforzi. Due persone sono state fermate e portate al Comando per l’identificazione poi, l’arresto con l’accusa di resistenza, lesioni, violenza e minacce al pubblico ufficiale. Un’intervento che è costato caro agli uomini della municipale, tre di loro sono rimasti feriti durante lo scontro e trasportati al Pronto Soccorso.

Una storia che si ripete

Sembra una storia che si ripete. Una realtà dura a morire. Da tempo ormai in diverse zone del capoluogo fiorentino bande di spacciatori immigrati occupano il territorio per gestire i propri affari illegali. Come noi de IlGiornale.it avevamo documentato qualche mese fa. La Stazione di Santa Maria Novella, centro nevralgico della città del rinascimento è ormai interamente occupata dagli spacciatori africani che, ignorando le norme anti Covid, continuano a vendere droga liberamente, notte e giorno, nel piazzale principale della stazione a due passi dal Duomo di Firenze. Il parco delle Cascine, dove centinaia di mamme e bambini, famiglie e anziani si ritrovavano a passeggiare la domenica pomeriggio o a fare jogging prima del tramonto è diventata una delle zone più temute dai cittadini. Fare una passeggiata nel verde, in quella zona, è ormai quasi impossibile, se non si accetta di essere importunati da decine e decine di pusher che offrono qualsiasi tipo di droga e ti esortano ad acquistarla a prezzi stracciati. E poi, il Piazzale di Porta a Prato, nuovo centro di spaccio delle bande di africani e piazza Vittorio Veneto zona in cui spediscono la merce in modo da non farsi sorprendere dalle forze dell’ordine con dosi pericolose.

Gli errori dell’amministrazione

Fermarli è diventato quasi impossibile, certamente pericoloso. Giorno e notte le forze di polizia che decidano di mettere fine a questo strazio e intervenire per fermare una volta per tutte gli affari illeciti dei migranti finiscono per essere aggrediti, insultati e minacciati dagli spacciatori. Era successo più volte durante gli scorsi mesi. Come a fine novembre, quando un ragazzo ha colpito con una testata un poliziotto nel tentativo di evitare un controllo, poi ha preso a calci sia lui che un altro agente intervenuto in piazza della Stazione. Eppure, nonostante i vari campanelli d’allarme l’amministrazione fiorentina sembra non voler risolvere la questione, lasciando i propri uomini in divisa a rischiare la vita per fare il proprio lavoro.

Per la destra Toscana le soluzioni infatti ci sarebbero, ma qualcuno sembra perseverare nel non volerle mettere in pratica. Intervistato da noi de IlGiornale,it, Federico Bussolin, capogruppo Lega a Palazzo Vecchio ne aveva citata una: la reintroduzione del provvedimento “zone rosse”. “Se in certe aree vieni identificato, e nel tuo curriculum hai dei precedenti per spaccio di droga, le autorità sono tenute ad allontanarti da lì. Stiamo parlando di un provvedimento concreto, previsto nel decreto Minniti sulla sicurezza e decoro urbano”, ci aveva spiegato. E una delle zone più calde, dedite allo spaccio, è sicuramente quella circondata dal Parco delle Cascine. I fiorentini lo hanno capito e sono rassegnati. Sanno che dopo una certa ora, questo, non è un luogo adatto per bambini e famiglie. Degrado, aggressioni agli agenti, rischi per i cittadini. Eppure il sindaco di Firenze, Dario Nardella, si è sempre opposto alla dotazione del taser per la Polizia Municipale, una delle possibili contromisure che potrebbero essere adottate. Anche se il sindacato di polizia è di tutt’altro parere: “È l’unico metodo sicuro sia per noi che per la persona che fermiamo, – ci aveva spiegato Massimo Bertoccini, segretario provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia – Possiamo agire con il taser a sette metri di distanza in una condizione di sicurezza. Con appositi protocolli operativi possiamo isolare la zona, quindi avvisare la stessa persona che andiamo ad arrestare. Di solito, in quel caso, le persone desistono ancor prima dell’uso del taser”.

Insorgono le opposizioni

Dopo l’ennesima aggressione avvenuta ieri all’interno del Parco delle Cascine gli attacchi dei rappresentanti delle opposizioni verso l’amministrazione dem non si sono fatti attendere. “Sono furioso per quanto accaduto – ci spiega il Capogruppo della Lega a Palazzo Vecchio, Federico Bussolin – oltre alla massima solidarietà per i coinvolti e per il Corpo della Polizia Municipale, rinnovo la nostra proposta ormai imperativa e obbligatoria: dotare la Polizia Municipale del Taser, respinta da Nardella per motivi ideologici o per fare un torto a Salvini ma, come vediamo, ci rimettono i fiorentini. E’ assurdo esporre i nostri agenti a rischi personali e fisici senza la possibilità di difendersi. Infine l’Amministrazione deve istituire il presidio fisso richiesto, quanto accaduto non può e non si deve ripetere. Si ridia dignità alla Polizia, Municipale e non, ripulendo la città dai balordi, con ogni mezzo lecito possibile”. Dello stesso parere Fratelli d’Italia. “Esprimiamo la nostra solidarietà ai vigili urbani rimasti feriti oggi alle Cascine durante un controllo anti-spaccio sui soliti noti: extracomunitari irregolari dediti allo spaccio nei pressi del Giardino della Catena”. Hanno dichiarato in una nota il capogruppo a Palazzo Vecchio di Fratelli d’Italia Alessandro Draghi insieme al coordinatore regionale del partito Francesco Torselli. “Altro che spegnere i lampioni per risparmiare i soldi del Comune. Lì serve una pattuglia fissa come chiediamo da anni. Non è poi così difficile da capire che con i soli controlli ordinari il fenomeno non si può né contrastare né tanto meno sconfiggere” aggiungono i due esponenti del centrodestra.