Fioramonti ci riprova: “Ecotasse su bibite zuccherate e voli”

Dopo le merendine, a entrare nel mirino del ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, sono le bevande zuccherate come la Coca-Cola.

Oltre ai soliti voli aerei. Passata la bufera, con il centro-destra – e Il Giornale – a chiedere le sue dimissioni per alcune vergognose frasi contro esponenti del mondo politico, ora Fioramonti ci riprova. (Ri)lanciando alcune proposte a dir poco discutibili.

Lo fa in un’intervista al Corriere della Sera, dove si accoda all’idea di Luigi Di Maio di tassare le bottiglie di plastica imponendo altri eco-balzelli. Il tutto per finanziare scuola e ricerca, che rischierebbero tagli di 4 miliardi di euro in tre anni. Per impedirlo, Fioramonti si dice pronto a “reperire nuove risorse”. In che modo? Il ministro propone un “fisco intelligente attraverso una rimodulazione dell’Iva su consumi dannosi alla salute e all’ambiente”.

E qui casca l’asino, che raglia “una sugar tax e una tassa di scopo sui voli aerei”. Nulla di nuovo sul fronte pentastellato, dato che la sugar tax altro non è che una tassa sulle bevande zuccherate, in linea con l’analogo tributo sulle merendine, già bocciato dalla maggioranza nei giorni precedenti l’approvazione della Nadef. A cui si aggiunge l’immancabile balzello sui biglietti dei voli aerei. Proposte che, lamenta Fioramonti, “sono state messe in ridicolo dall’opposizione nonostante leggi del genere ci siano nei Paesi più avanzati”.

Ma non basta. Perché il governo, sulla falsariga delle promesse “green” annunciate da Di Maio nel suo intervento conclusivo a Italia 5 Stelle, potrebbe “ragionare – spiega Fioramonti – su altre tasse che possiamo definire virtuose perchè indirizzano verso comportamenti ecologici e sostenibili”. Il tutto allo scopo di raggranellare i 3 miliardi di euro “necessari per far ripartire scuola, università e ricerca”. In caso contrario, il ministro pentastellato ha assicurato che si dimetterà. Con quei soldi, Fioramonti promette di “rinnovare il contratto dei docenti, sostenere i servizi nelle scuole e intervenire in modo massiccio sul sostegno”. Questo per la scuola in generale. Quanto all’università, invece, bisogna rilanciare la ricerca di base, aumentare i concorsi per i ricercatori, sostenere le accademie e i conservatori e investire in innovazione”. Chissà se avrà tempo (e soldi) per farlo.