“Febbre e gambe gonfie” Muore 3 giorni dopo il vaccino: i carabinieri sequestrano la fiala

Notizia certificata e riportata da Il Corriere della Sera. Un uomo è morto tre giorni dopo aver fatto il vaccino. E per ora questa è una delle poche certezze. Non c’è alcuna prova di una connessione diretta tra l’iniezione e il decesso, ma la Procura ora sta indagando e probabilmente le risposte potranno arrivare soltanto dall’autopsia.

L’inchiesta della Procura di Venezia
Le altre cose certe, sono che la febbre gli è salita, gli si sono gonfiate le gambe e, quando si è presentato dal medico di base, questo l’ha rispedito a casa con la prescrizione di un farmaco che però non è bastato a salvargli la vita. Si chiamava Alessandro Cavarretta, aveva 51 anni e abitava a Mira con l’anziana madre e lavorava come parcheggiatore a San Giuliano, ma aveva perso il lavoro a causa della pandemia. È deceduto sabato scorso e il fratello ha presentato una denuncia ai carabinieri. Ora sulla vicenda indaga la procura di Venezia.

L’iniezione e poi il forte malessere
Stando alla ricostruzione fatta dai familiari, tre giorni prima, il 18 agosto, si era sottoposto alla prima dose di vaccinazione al Drive Through di Oriago. Gli hanno somministrato il vaccino Pfizer. Poche ore dopo, è cominciato un forte malessere e un senso di debolezza. La febbre gli è salita a 39 e, a partire dal giorno successivo, ha avvertito gonfiore alle gambe, con la madre che ora racconta che Cavarretta aveva perfino difficoltà a reggersi in piedi. Per questo – sempre stando alla denuncia dei familiari – si sono rivolti al medico di base che gli ha prescritto un diuretico. Il 21 agosto la situazione è precipitata. «Non riusciva a svegliarsi» ha raccontato la madre, che ha subito avvertito gli altri figli e alcuni amici, che sono accorsi. «Alessandro aveva la lingua gonfia, abbiamo chiamato i soccorsi e in attesa dell’ambulanza uno dei suoi fratelli gli ha praticato il massaggio cardiaco, seguendo le istruzioni che l’operatore gli impartiva al telefono».

L’ipotesi di una tromboembolia
Non è stato sufficiente a salvargli la vita. Il personale medico ha tentato in tutti i modi di rianimarlo – è stato intubato e ventilato per circa trenta minuti – ma non c’è stato nulla da fare: Alessandro Cavarretta è morto. Il medico del pronto soccorso, nella constatazione di decesso, ha certificato la morte come dovuta a un arresto cardiocircolatorio. L’ipotesi più probabile – ma che solo gli esami potranno confermare – è che il parcheggiatore sia stato stroncato da una tromboembolia. La ricostruzione di quanto avvenuto è contenuta nella denuncia contro ignoti che lunedì i familiari hanno presentato ai carabinieri di Mira, dopo essersi rivolti all’avvocato Matteo Scussat. «Attendiamo i risultati autoptici per capire cosa sia realmente accaduto», si limita a dire il legale.

La famiglia: «Vogliamo chiarezza»
Della vicenda è stata subito informata la Procura. Pare che l’autorità sanitaria avesse inizialmente disposto un’autopsia sul corpo del cinquantunenne ma la procedura sarebbe slittata in attesa di capire come intenderà procedere il magistrato di Venezia. È probabile che già nelle prossime ore il pm affidi al medico legale l’incarico per eseguire l’esame autoptico e chiarire finalmente cosa abbia provocato il decesso. La famiglia chiede agli investigatori di verificare se la vaccinazione sia stata fatta correttamente, così come l’anamnesi, e anche di capire se le prescrizioni del medico curante siano state adeguate al quadro clinico e perché a Cavarretta non sia stato consigliato di recarsi al pronto soccorso dopo l’insorgenza dei sintomi.

Il fratello doveva vaccinarsi con lui ma aveva scoperto di essere positivo
I familiari ora ripetono che «Alessandro non era un no vax e non ci risulta soffrisse di patologie pregresse». A rendere tutto ancora più angosciante, è che il 18 agosto l’uomo avrebbe dovuto recarsi al punto vaccini assieme a uno dei suoi fratelli. Quest’ultimo però non si era presentato all’appuntamento perché aveva scoperto di essere positivo al Covid. «Lui per fortuna ora sta bene – dicono i parenti – ma Alessandro è morto».