Enrico Mentana sospeso dall’ordine dei giornalisti: ecco la sua “colpa”, robe da matti

Apprendo solo ora (non sono del giro) che l’ordine fascista dei giornalisti ha sospeso alcuni affiliati perché non si sono dotati della posta elettronica certificata. Si tratta di nomi prominenti: Mentana, di Telecinquestelle, Purgatori (idem), quello che i russi che invadono e bombardano l’Ucraina si stanno impegnando «a non spaventare la gente», e altri di spicco.

Non so per quale motivo questi influencer della cosiddetta informazione si siano sottratti all’obbligo, gravante su pressoché tutti i professionisti, di dotarsi di un account di posta elettronica certificata: certo, se non ce l’hai eviti di ricevere notifiche delle citazioni per danni fatte da chi si sente danneggiato dalle cose che pubblichi, e il danneggiato è costretto a ricorrere alle scartoffie recapitate dal postino, che chissà quando arrivano e se arrivano. Ma magari la ragione non è quella. Quel che mi domando però riguarda altro, e cioè il fatto che quelle star del giornalismo continuano a fare esattamente quel che facevano prima di ricevere il provvedimento di sospensione: e allora sospensione da cosa? In pratica, da quel che si capisce, funziona così: se vuoi fare il giornalista devi essere iscritto all’ordine fascista dei giornalisti; se però sei sospeso, chissenefrega e continui come prima.

E allora viene la seconda domanda: ma l’ordine fascista dei giornalisti che sospende un affiliato, e poi assiste alla perseveranza giornalistica del sospeso, non dice nulla? Se un avvocato, un medico, un architetto, chiunque, è sospeso, non è che continua a fare arringhe, a mettere giù progetti di ristrutturazione, a cavare denti o a maneggiare il bisturi. Invece il giornalista va avanti, bello come il sole, con le sue maratone, con i suoi speciali, con i suoi ettari di editoriali. Una sospensione per modo di dire, tipo il secondo mandato-bis degli schedatori della Casaleggio Associati. In un Paese decente dovrebbero farsi la Pec, e con quella dovrebbero scrivere un bel messaggio con cui comunicano la dimissione dall’ordine fascista dei giornalisti. E invece no, stanno senza, e l’ordine fascista se li legge e se li guarda dopo averli sospesi. È mica male, il sistema del giornalismo italiano.