EMANUELA ORLANDI, LA CONFESSIONE CHOC DOPO TANTI ANNI: “L’HO RAPITA IO E..”

Sono passati molti anni dalla sparizione di Emanuela Orlandi, una ragazza di 15 anni, di cui si sono perse le tracce a Roma il 22 giugno 1983. figlia di un dipendente della Prefettura vaticana.

Di Emanuela sappiamo che era una studentessa che aveva appena terminato il secondo anno al convitto nazionale Vittorio Emanuele II. Di lei non si seppe più nulla, dalle ore 19 del 22 giugno, dopo essere uscita da una lezione di musica in piazza Sant’Apollinare.

Poco prima delle 19, la ragazza telefonò a casa. dicendo che avrebbe fatto tardi perché non passava l’autobus, aggiungendo anche che era stata appena avvicinata da un uomo che le aveva proposto un lavoro di volantinaggio.

Dato che la Orlandi viveva all’interno delle mura pontificie, sin da subito le indagini, le inchieste portate avanti dai giornalisti che all’epoca seguirono questo intricatissimo caso, si concentrano sugli ambienti vaticani.

In particolare, prese piede l’ipotesi che il sequestro di Emanuela fosse stato ordinato e portato a termine per esercitare pressioni volte a liberare Ali Agca, l’uomo che aveva sparato a Papa Giovanni Paolo II. In queste ore, però, l’attenzione attorno alla scomparsa della Orlandi, tra molteplici piste seguite e i disperati appelli del fratello, grazie anche alla trasmissione Chi l’ha visto, dove è stato spesso ospite nel corso di tutti questi anni, si è concentrata attorno ad una clamorosa notizia.

A rapire Emanuela Orlandi, per conto della Banda, sarebbe stato Marco Sarnataro, figlio del braccio destro di Enrico De Pedis, l’ex boss della Magliana. A dirlo sarebbe stato il padre del presunto sequestratore, Salvatore Sarnataro, classe 1940, uomo fidato di Renatino.

Tutta la confessione è contenuta, in ogni suo dettaglio, in un verbale che risale al 2008 e che è stato visionato in esclusiva dal quotidiano la Repubblica. Il presunto sequestratore di Emanuele, che peraltro era stato sentito dagli agenti della Mobile in veste di testimone, è morto nel 2007 a 46 anni. Due amici della 15enne avevano riconosciuto in Marco Sarnataro, uno degli scagnozzi di Enrico De Pedis, colui che gli aveva peditati per giorni, per poi svanire nel nulla nei giorni successivi alla scomparsa di Emanuela Orlandi.

La Repubblica riferisce che per il rapimento l’uomo sarebbe stato ripagato dal boss con una Suzuki 1100. Sarebbe stato proprio Salvatore Sarnataro, padre del presunto sequestratore, nel 2008, a raccontare agli investigatori che il figlio, durante l’ora d’aria nel carcere di Regina Coeli, in cui tutti e 2 erano reclusi per detenzione illecita di armi e spaccio, a confessargli di aver fatto parte del commando che aveva rapito Emanuela su ordine del boss della Magliana.

Riporto qui uno stralcio della confessione resa dal padre del presunto rapitore della Orlandi: “ mi disse che per diversi giorni, sia lui che ‘Ciletto’ (Angelo Cassani, ndr) e ‘Giggetto’ (Gianfranco Cerboni, ndr), pedinarono Orlandi per le vie di Roma su ordine di Renato De Pedis, da loro chiamato il “Presidente” (il boss della Banda della Magliana, ndr)“. Che sia questa la strada giusta da seguire? Che davvero le cose siano andate così? Si tratterebbe di una grossa svolta in un giallo che ha tenuto per anni e anni col fiato sospeso l’Italia.