ELENA DEL POZZO, ARRIVA L’AUTOPSIA SUL CORPO DELLA PICCOLA: COSA È EMERSO

“L’ho uccisa nel campo da sola”. Sono queste le parole che Martina Patti, madre reo-confessa di quello che è stato ribattezzato dalla cronaca come delitto di Mascalucia, ha dichiarato ieri, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Daniela Monaco Crea.

Sarà quest’ultima, entro oggi, a decidere se convalidare o meno il fermo per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. La Patti, casalinga 23enne di Tremestieri Etneo, in provincia di Catania, ha sostanzialmente confermato quanto aveva già dichiarato ai carabinieri e alla procura.

La donna ha ribadito di aver ucciso da sola la figlioletta Elena Del Pozzo, nel campo incolto a pochi metri dalla villetta in cui viveva… lo stesso campo in cui il cadavere della piccola è rimasto, per un’intera notte, quella in cui la Patti era sotto interrogatorio serrato, prima che la stessa vuotasse il sacco, indicando prima ai carabinieri il luogo in cui poterlo ritrovare, e poi di aver lei stesso commesso l’omicidio.

E mentre questo intricato caso si arricchisce di dettagli, ora dopo ora, sempre più agghiaccianti, sono tantissimi i dubbi da sciogliere, quelli che il papà della bimba, Alessandro, i nonni paterni e i familiari più stretti vogliono conoscere perché Elena, strappata alla vita da colei che l’ha messa al mondo, merita verità e giustizia.

Questo, ovviamente, vale per tutti i bimbi uccisi per mano di chi, al di sopra di tutto, avrebbe dovuto proteggerli e amarli. Purtroppo la cronaca ci restituisce spesso notizie che non vorremmo sentire, di genitori, nonni -orchi, che compiono le peggiori azioni sui loro piccoli.

Ieri pomeriggio alle 16:00 si è svolta l’autopsia sul corpo della piccola Elena, presso l‘obitorio dell’ospedale Cannizzaro, sotto il coordinamento del medico legale Giuseppe Ragazzi. Ma cosa è emerso dai risultati dell’esame autoptico, durato 4 lunghe ore?

Davanti l’obitorio si sono radunati moltissimi che hanno atteso per molto tepo, con la speranza di ricevere delle risposte ma, purtroppo, ogni speranza di risolvere quanto meno qualcuno dei dubbi di questo efferato omicidio, sono state, almeno ieri, vanificate. Il medico legale Giuseppe Ragazzi, che ha alle spalle molti anni di esperienza e si è trovato ad affrontare molti casi complessi, è stato l’ultimo ad andare via dall’obitorio, uscendo dal retro.

Anche stavolta, Ragazzi ha deciso di mantenersi fedele alla sua linea iniziale, quella del massimo riserbo e, sotto lo sguardo dei due carabinieri che presidiavano il varco di servizio, se ne è andato via senza rilasciare dichiarazioni sull’esame autoptico. Dato che l’autopsia è terminata, la salma della piccola dovrebbe ora essere restituita alla famiglia, per permettere ai parenti di celebrare i funerali e dare modo a tutta la comunità locale di salutare per l’ultima volta la bimba.

I dubbi, i tanti dubbi, restano. Elena è stata davvero uccisa con un coltello? E’ vero che è stata sedata e poi uccisa quando era già stata collocata all’interno di 5 sacchi neri della spazzatura? Ovviamente per rispondere a questi interrogativi, in particolare all’ultima ipotesi che sta prendendo piede in queste ore, sono in corso gli accertamenti tossicologici. I carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche hanno concluso i rilievi sulla Fiat 500 della donna ma non hanno riscontrato tracce di sangue al suo interno, per cui tale mezzo non è stato usato per spostare il cadavere.

Resta da chiarire anche un altro dubbio: dov’è stata uccisa Elena? Quanto confermato dalla Patti ieri, ossia di averla accoltellata e occultato il suo corpicino nel campo incolto, è vero, oppure no? E come sarebbe finita lì la piccola? Con la scusa, magari, di un gioco all’aria aperta? Nella villetta di Mascalucia verranno effettuati accertamenti unici irripetibili, nel corso di una seconda e più approfondita ispezione, con la speranza di trovare delle risposte a questo atroce omicidio.