Ecco l’invasione dei migranti: “Trieste peggio di Lampedusa”

“Qui è peggio che a Lampedusa, siamo al collasso”. Il vice sindaco di Trieste, Paolo Polidori, non usa mezzi termini per descrivere la situazione che sta vivendo il capoluogo friuliano nelle ultime ore.

Gli ingressi dei migranti dalla rotta balcanica, qui, non si sono mai fermati. Anzi, con l’arrivo della primavera sempre più richiedenti asilo hanno scelto di attraversare la frontiera con la Slovenia per rifugiarsi in Italia. Non li spaventa l’emergenza sanitaria e neppure i militari dell’esercito schierati a guardia dei valichi.

In 160 oggi sono stati intercettati sul Carso triestino. Quasi tutti afghani e pakistani individuati alla periferia della città e nei pressi di Basovizza mentre camminavano in gruppo in direzione del centro. Si aggiungono ai 250 arrivati la scorsa settimana. Si parla di almeno mille persone giunte qui dall’inizio dell’anno. Numeri che hanno spinto il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, a chiedere aiuto a Roma. “Qui lo Stato però non si è visto, questo governo è inesistente”, denuncia Polidori, che è anche assessore alla Polizia Locale, Sicurezza e Protezione civile nel capoluogo del Friuli-Venezia Giulia. “Il comune di Trieste – ci dice al telefono – non ha più la possibilità di accogliere nessuno”. Il punto, sottolinea il numero due di Roberto Dipiazza, è che “gli arrivi continueranno mentre qui non ci sono più posti disponibili nei centri di accoglienza”.

“So per certo che in Bosnia si stanno muovendo molte persone, la rotta balcanica ormai viene privilegiata anche rispetto a quella del Mediterraneo centrale, perché è più sicura”, continua Polidori. La prova, secondo l’assessore, è che tra i migranti “molti sono di nazionalità tunisina e algerina”. “I minori non accompagnati, prevalentemente kosovari o albanesi, dobbiamo tenerli qui per legge, ma non abbiamo più posti dove sistemarli per fare osservare loro il periodo di quarantena obbligatorio”, ci spiega. Tra le soluzioni al vaglio della giunta c’è quello di sistemare delle tende per ospitarli. Ma il costo di un’operazione del genere, denuncia Polidori, sarebbe insostenibile in questo momento per le casse del Comune.

“I militari inviati da Roma si limitano ad intercettare i migranti, ma non possono respingerli alle frontiere – incalza – il governo dovrebbe almeno farsi carico di chi arriva nel nostro Paese e non lasciare tutto sulle spalle dei sindaci”. “Se gli ingressi continuano a questo ritmo potremmo non essere più in grado di gestire la situazione con le nostre risorse”, avverte Polidori. Il rischio, secondo l’assessore, è che tra qualche settimana decine di profughi possano trovarsi a “girare per la città senza nessun controllo, mettendo a repentaglio gli sforzi fatti nei mesi scorsi per contenere il virus, visto che transitano da Paesi in cui si sta diffondendo l’epidemia”.

L’allarme arriva anche dai principali sindacati di polizia. Ieri il Sap denunciava un organico “fortemente inadeguato alla situazione attuale”. “Così non si può reggere a lungo”, mette in guardia Domenico Pianese, segretario del Coisp, che denuncia la mancanza di “veicoli dedicati al trasporto dei migranti” e di “strutture idonee in cui collocarli”. Da settimane gli agenti sono chiamati ad “un continuo contatto con persone provenienti da altre nazioni, per le quali sarebbero previste due settimane di quarantena”. Senza contare la “difficoltà di reperimento di mascherine FFP2/FFP3 e di occhiali protettivi” per i poliziotti impegnati nel contrasto all’immigrazione illegale.

“Se non verranno adottate delle misure di contrasto urgenti ed efficaci, in termini di uomini e mezzi, a Triste la stagione migratoria sarà lunga, faticosa e non priva di rischi”, prevede il segretario dell’organizzazione.