Dpcm Natale, ultima giravolta Via libera in base ai chilometri

Fa ancora discutere il Dpcm che regola le restrizioni anti Covid-19 sugli spostamenti, in vista delle festività natalizie.

Ad intervenire è il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, che a SkyTg24 conferma di essere fedele alla linea più severa. “Noi vogliamo continuare a essere molto rigorosi – dice – se qualcuno vuole rimuovere i vincoli su tutti i comuni italiani ci troverà contrarissimi, se invece si vuole un chiarimento sui piccoli comuni delle aree interne quel chiarimento arriverà”. Boccia continua: “Se serve una norma il Parlamento può farla, non ha bisogno del Governo. Se si chiede un parere al Governo per rimuovere i vincoli per tutte le città il mio parere, come quello del ministro della Salute Roberto Speranza, è contrario. Chi vuole allentare tutto ci metterà la faccia per risponderne agli italiani”.

Eppure, nonostante Boccia tenga duro, il via libera agli spostamenti nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno sembra essere cosa fatta. I limiti ci saranno, ma dovrebbero riguardare, come riporta Il Messaggero, i chilometri da percorrere. Sulle distanze ci potrebbero essere le deroghe, per rendere meno severe le restrizioni, o, al massimo, si potrebbe dare libertà di movimento tra le città limitrofe più piccole, con meno di 5mila abitanti. Il premier Giuseppe Conte, però, da Bruxelles ha investito il Parlamento della responsabilità di modificare ciò che è stabilito dall’ultimo Dpcm e aggirare l’ostacolo dei ministri intransigenti Boccia e Speranza, un modo per evitare lo scontro frontale.

I tempi tecnici, comunque, non sembrano esserci e, quindi, l’unica soluzione sarebbe varare un nuovo decreto del Governo che corregga quello precedente. Ma cosa contempla il Dpcm della discordia? Il Ministero prevede che è consentito il rientro nella propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma. Nelle giornate del 25 e 26 dicembre 2020 e del primo gennaio 2021 (giorni in cui è vietato altresì ogni spostamento tra comuni, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, ovvero per motivi di salute), questo divieto vale anche con riferimento alle seconde case ubicate in un’altra città.

La regola per chi torna dall’estero prevede il tampone entro 48 ore dall’arrivo o la quarantena di 14 giorni. Nella circolare è evidenziato, inoltre, che tra le necessità compendiate, sempre con l’obbligo dell’autocertificazione, c’è anche la possibilità di raggiungere parenti o amici non autosufficienti per prestare loro assistenza.