DOPO L’ASSASSINIO DEL FIGLIO IL PAPÀ NON CI HA PENSATO DUE VOLTE E SI FA GIUSTIZIA DA SOLO

Ci sono padri e madri che uccidono i figli , e ci sono genitori che si fanno giustizia da soli dopo che il loro figlio è stato assassinato.  La cronaca, in quest’ultimo mese, in particolare, ci sta mettendo di fronte ad episodi che invitano alla riflessione.

Lo abbiamo  visto con la piccola Elena Del Pozzo, accoltellata dalla madre reo-confessa ma i dati a disposizione sono agghiaccianti: negli ultimi 20 anni sono 480 i figlicidi.

Tra quelli che di più hanno sconvolto l’Italia c’è il delitto di Cogne;comune nel quale, il 30 gennaio del 2002, venne ritrovato il corpo senza vita di Samuele Lorenzi, 3 anni, che giaceva nel letto dei genitori, con profonde ferite alla testa. Fu la madre, Annamaria Franzoni, a chiamare i soccorsi, la stessa che lo uccise probabilmente con una roncola, mai trovata. 

Il 29 novembre del 2014, a Santa Croce Camerina (Ragusa), Loris Stival viene trovato in un canalone, a 4 chilometri dalla scuola che frequenta. Veronica Panarello, la madre che ne aveva denunciato la scomparsa alcune ore prima, è stata condannata all’ergastolo. La donna ha strangolato il figlio di 8 anni con delle fascette di plastica.

Ma la cronaca nera italiana ci ha tanche tante storie di padri assassini, spesso mossi da gelosia o da faide familiari. Uno dei casi più efferati è quello di Tullio Brigida  che, nel 1994, uccise a Civitavecchia i suoi 3 figli di 138 e 2 anni, per vendicarsi dalla moglie che lo aveva lasciato.

Accanto a questi padri assassini, ci sono padri che si fanno giustizia da soli dopo che il loro figlio è stato assassinato. Parlo del caso del 26enne Leonardo Muratovic, ucciso a coltellate nella notte di sabato in riviera Mallozzi di Ponente, in centro, nella zona della movida di Anzio. Trafitto da un coltellata al petto, è deceduto in ambulanza; quella che lo stava trasportando in ospedale.

Leonardo era di origini croate, viveva ad Aprilia ed era pugile dall’età di 14 anni. Era un atleta, dunque, ma nonostante la sua preparazione non è riuscito a sottrarsi all’aggressione, nata da una lite degenerata, con più persone, partita dal locale e proseguita per strada, dove il giovane è stato accoltellato. Il padre di Leonardo, si è scagliato con un coltello, nell’androne del commissariato di Anzio, contro due buttafuori di 30 e 57 anni, che lavoravano alla Bodeguita, il locale dove è scoppiata la rissa, ritenendoli responsabili, in qualche modo, del decesso del figlio, per non aver saputo gestire la rissa.

L’uomo, bloccato dagli agenti del commissariato, è stato arrestato mentre i due buttafuori, che erano stati convocati dai poliziotti proprio per essere ascoltati nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Leonardo Muratovic, sono stati trasportati in ospedale, anche se non sarebbero in condizioni preoccupanti. Uno dei due feriti, il 31enne C. C. all’arrivo in ospedale ha avuto tempo di postare una foto ancora sanguinante, su Facebook: “Sono stato accoltellato, se muoio vi voglio bene”. Sul corpo del giovane pugile verrà effettuato l’esame autoptico che chiarirà le cause del decesso.

Intanto è caccia a chi ha accoltellato a morte lo sportivo, avvalendosi delle telecamere di sicurezza, per capire cosa è accaduto intorno alle 2 di notte di una serata d’estate, con tanti ragazzi fuori e dentro i locali della movida. Sono stati eseguiti rilievi sul luogo dell’aggressione ed il locale in cui è iniziata la lite che è sfociata nell’omicidio è stato posto sotto sequestro.

In queste ore sono in corso gli interrogatori di ragazzi che conoscevano la vittima e che, forse, erano con lui al momento dell’aggressione. La Federazione Pugilistica italiana ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un messaggio di cordoglio dedicato alla vittima: “Ciao Leonardo. Rip Campione”.