DONATELLA MICCOLI, L’ULTIMO MESSAGGIO PRIMA DI ESSERE UCCISA DAL MARITO

C’è una piaga che sta dilaniando l’Italia: quella del femminicidio. E la lista delle donne uccise si allunga sempre più, trattandosi di una vera e propria mattanza. Purtroppo, nonostante le campagne di sensibilizzazione e l’attenzione dei media sul tema, i numeri non si abbassano.

Sono in tante le donne che dichiarano di aver paura per la propria vita e in tante quelle che, soprattutto negli ultimi tempi, riescono a trovare il coraggio di interrompere l’escalation di violenze fisiche e verbali che potrebbero condurre all’uccisione, chiudendo la loro tossica relazione.

Sono in tante le donne umiliate, torturate, stuprate, sfregiate con l’acido in modo che nessuno, se non il carnefice, possa poter più godere della loro bellezza. Ci sono donne accoltellate, fatte a pezzi e gettate in dirupi in sacchi della spazzatura, donne uccise nel sonno.

E i carnefici? Gli orchi? Spesso si nascondono proprio all’interno delle mura domestiche perché, come le statistiche ci indicano, ad uccidere una donna è molto spesso un compagno, un ex o un parente stretto, per le motivazioni più disparate. La psicologia, peraltro, insegna che non esiste un solo profilo di aggressore, ma si va dal soggetto più pragmatico, a quello che, difficilmente, riesce a controllare gli impulsi, sino al soggetto ossessivo che deve tenere tutto sotto controllo, sino al sadico.

La cronaca nera italiana, nelle scorse ore, ci ha consegnato l’ennesimo caso di femminicidio-suicidio, accaduto nel Sud Italia, a Novoli, in provincia di Lecce. La vittima, l’ennesima donna uccisa, è Donatella Miccoli, una bellissima 38enne, accoltellata a morte nella sua camera da letto dal marito, suo coetaneo, Matteo Verdesca.

Mentre gli inquirenti sono al lavoro per comprendere il movente dell’omicidio, occorrerà, in realtà, attendere l’esito dell‘esame autoptico sul corpo di Daniela, per capire in che modo la sua vita sia stata stroncata. Stando alle prime sommarie ricostruzioni dei fatti, la coppia, sposata dal 2013, con 3 figli di 19,7 e 2 anni, la sera della tragedia è apparsa felice in piazza, in occasione dei festeggiamenti per San Luigi.

Il Verdesca, terminata la passeggiata, ha accompagnato le figlie piccole dai nonni per farle dormire da loro, facendo rientro a casa. Proprio all’interno delle mura domestiche si sarebbe consumata un’accesa lite, culminata nell’accoltellamento mortale della povera Daniela. I vicini, allarmati dalle urla e dalle grida provenienti dall’abitazione, hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine ma, purtroppo, quando gli agenti sono arrivati, hanno solo potuto constatare l’avvenuto decesso della giovane mamma.

Il marito ha tentato la fuga a bordo della sua Renaul di colore bianco, passando da Veglie, dove abita sua madre, limitandosi a dirle: “Mamma, ho fatto un casino”. E’ bastata quella frase per spingere la donna a chiamare le forze dell’ordine, che si sono messe sulle tracce dell’uomo, trovato carbonizzato nella sua auto alla periferia di Novoli. Pare che si sia suicidato.

La vittima, Daniela Miccoli, era molto conosciuta, lavorando come commessa in un negozio all’interno dell’Ipercoop di Surbo, in provincia di Lecce. Una coppia apparentemente felice, quella di Daniela e Matteo, che postava spesso e volentieri sui social foto e video di serate felici, all’insegna della spensieratezza e dell’amore. In uno degli ultimi post postati sul suo profilo social, Matteo ha scritto “vi amo” e Donatella, in contro-risposta: “Anche noi”.

Il sindaco di Novoli, Marco De Luca, sconvolto dall’accaduto, ha dichiarato: “Sono un sindaco, ma sono soprattutto un uomo, un padre di famiglia, e stamattina sono letteralmente scioccato dalla notizia di questa tragedia”. “Conosco bene Donatella, i suoi giovani figli, un bimbo di 2 anni e una bimba di 7 che frequenta il catechismo con mio figlio”. Ora è caccia al movente. Cosa può aver portato Matteo, corriere espresso, a compiere questo folle gesto per poi togliersi la vita? Forse l‘estrema gelosia, a tratti morbosa? Lo scopriranno gli inquirenti.