Di Maio ora va all’attacco: “Porti aperti ai migranti? Salvini ministro, spieghi”

Il braccio di ferro sulla Sea Watch e sullo sbarco dei migranti a Lampedusa si fa sentire sul governo.

L’ok allo sbarco da parte della procura di Agrigento di fatto ha creato non poche tensioni nell’esecutivo. Il ministro degli Interni, Matteo Salvini, ha appreso in tv dello sbarco dei migranti e del consgeuente sequestro della nave. Ma dal momento dello sbarco si è aperto un braccio di ferro tra il Viminale e la procura di Agrigento e col pm Patronaggio. Salvini è stato molto chiaro: “Il procuratore di Agrigento – ha detto Salvini – ha imposto questa iniziativa senza avvisare il ministro che non ha dato nessuna autorizzazione? Se c’è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina chiunque agevoli gli sbarchi dovrà vedersela con la legge”. Parole dure che di fatto riaprono il terreno di battaglia nel governo. E Di Maio questa volta si schiera dalla parte della procura agrigentina con una posizione chiara e con un attacco diretto a Salvini: “I porti sono aperti? È lui il ministro dell’Intero, lui che comanda le forze dell’ordine, lui che porta avanti le politiche dell’immigrazione, è lui che deve spiegare. Noi siamo d’accordo con le politiche sull’immigrazione portate avanti fino ad ora – ha continuato -. Quella del rigore sulla gestione dei porti e degli sbarchi è una politica che ha funzionato ma se il ministero dell’Interno viene a sapere di sbarchi mentre è in talk show, è lui che deve spiegare. Noi siamo leali e sostenitori di quanto portato avanti fino ad ora”.

Basta questo intervento per far capire quanto possa essere alta la tensione nella maggioranza gialloverde che di fatto si spacca ancora una volta sul fronte dei migranti. Ma lo scontro tera M5s e Lega si sposta anche su altri fronti. Di Maio parla di “strategia delle tensione” e manda un’altra stilettata a Salvini dopo l’evento di sabato scorso in piazza Duomo a Milano e le tensioni a Firenze per il comizio di Salvini: “In 24 ore ho visto fischi al Papa in piazza, manganellare i manifestanti a Firenze durante il comizio del ministro dell interno, le minacce di denunce ai pubblici ministeri. secondo me il paese non ha bisogno di far crescere la tensione in questo momento. io vedo una strategia della tensione , ben diversa da quella degli anni ’70 , che stanno portando avanti destra e sinistra per tagliare fuori il m5s da questa campagna elettorale: da una parte il Pd con centri sociali, dall’altra la cosiddetta ala di ultra destra che si scontra nelle piazze”. Insomma ormai è guerra aperta tra i gialloverdi. Gli scenari dopo il 26 maggio sono del tutto imprevedibili.