Di Maio fa il duro con Zingaretti: «Non ci sarà nessun patto con il Pd»

 

Nessun patto con il Pd, nessuna scissione. Luigi Di Maio dai microfoni di Maria Latella risponde alle polemiche sull’intesa regionale in Umbria. E respinge le aperture di Zingaretti su altre alleanze nelle Regioni al voto.

Di Maio: non ci sarà nessun patto con il Pd
«Non sono all’ordine del giorno altri patti regionali e tantomeno nazionali, con il Pd», taglia corto il leader dei 5Stelle. «A me più che i patti interessano i fatti. Il patto in Umbria con Zingaretti è che se vince Bianconi nessun assessore sarà delle forze politiche». Parole pesanti mentre al Nazareno scoppia il “caso Zinga” con Matteo Orfini che tira le orecchie al segretario e chiede un nuovo congresso per stabilire la strategia delle alleanze.

La scissione è solo un’invenzione dei giornali
Ottimismo anche sui terremoti interni al movimento che oggi festeggia a Napoli il decennale. Per Di Maio, ringalluzzito dalla vittoria sul taglio dei parlamentari, va tutto a gonfie vele. I malpancisti grillini sono il frutto della disinformazione giornalistica. «Da quando c’è stata la scissione del Pd, molti giornali provano a parlare di una scissione nel M5S che non c’è e non c’è mai stata. Gli unici che parlano di scissione sono i giornali, che hanno provato a indurla per provare a compensare la scissione del Pd. Questo devo dirlo, ma non è un attacco al Pd».

Poi qualche anticipazione sul restyling pentastellato e la rivoluzione organizzativa. Parola d’ordine: minimizzare sulle liti con i pasdaran. «Abbiamo sempre un dibattito forte all’interno del Movimento, a cominciare dal confronto sui modelli organizzativi. Abbiamo bisogno di una organizzazione. Sono d’accordo con Fico, abbiamo bisogno nei prossimi 10 anni di responsabilizzare le persone».

«Con Renzi non è cambiato niente»
Che aria tira con Renzi? Come si sente al governo con quelli di Bibbiano? «Con Renzi ci siamo sentiti in occasioni cruciali come quando c’è stata la scissione. Fra noi non credo sia cambiato niente. Ma con i suoi capi delegazione, come Teresa Bellanova, lavoriamo bene», dice Di Maio mostrando di non temere il pressing dell’ex rottamatore sul governo. «Con Renzi lavoriamo alla prova dei voti, come sul taglio dei parlamentari. È stata una prova di fiducia, non c’è stato alcun scambio. Era il primo punto per sederci al tavolo del governo. Quindi, meno dietrologia e più fatti».

Bocche cucite anche sulla grana dei parlamentari “morosi”. «Io non sono l’Agenzia delle entrate per fare questa cosa… Ma sicuramente, tutte le restituzioni del movimento 5Stelle sono un grande valore», risponde a Maria Latella che chiede lumi. «Se c’è qualche ritardo, sono sicuro che sarà colmato. Anche perché noi, agli inizi di novembre, abbiamo un altro “restitution day” nel quale prendiamo quella parte di stipendi che continuiamo a tagliarci e lo investiremo in altri progetti».