Dalle sardine ai quattro gatti. Ma lanciano il loro “manifesto”
All’idea di creare un movimento politico, Mattia Santori, leader delle Sardine, rispondeva dicendo che “è presto per dirlo”.
Nemmeno i pesciolini anti-Salvini sanno ancora dove vogliono arrivare. Ma “se faremo centomila presenze in due settimane, qualcosa vorrà dire”. Il primo passo, forse, è la pubblicazione di una sorta di manifesto della sardina. Il testo è stato reso noto oggi su Facebook, proprio mentre la prima manifestazione dopo le due iniziali incontrava il primo, inatteso, flop.
L’accorato appello ai “cari populisti” si intitola “Benvenuti in mare aperto” ed è un j’accuse contro chi, a loro dire, avrebbe tirato “per troppo tempo” la “corda dei nostri sentimenti” fino a farla spezzare. “Per anni avete rovesciato bugie e odio su noi e i nostri concittadini – scrivono – avete unito verità e menzogne, rappresentando il loro mondo nel modo che più vi faceva comodo”. E se “per troppo tempo vi abbiamo lasciato fare”, ridicolizzando “argomenti serissimi” e spingendo “i vostri più fedeli a insultare e distruggere la vita delle persone sulla rete”, ora “ci avete risvegliato”. Insomma: tremate, tremate, le sardine son tornate.
Alcuni li hanno paragonati al Vaffaday di Grillo e molti pentastellati della prima ora guardano a quelle piazze con un po’ di nostalgia. Ma nel “manifesto” (se così può essere chiamato), le Sardine dicono di credere “ancora nella politica e nei politici con la P maiuscola”, quelli che “pur sbagliando ci provano” e che “pensano al proprio interesse personale solo dopo aver pensato a quello di tutti gli altri”. Ce ne sono pochi, “ma ci sono”. Chi? Mistero. “Cercheremo di capire la politica che risposte offre a questa piazza” spiegava Santori. Dunque nessun Vaffa, nessuna liberazione. “Siamo noi che dobbiamo liberarci dalla vostra onnipresenza opprimente – scrivono – e lo stiamo già facendo”.
Il flash mob di Bologna è stato indubbiamente un successo. Spontaneo. La replica di Modena meno consistente (7mila contro 15mila). Per i prossimi appuntamenti, si vedrà. “Siamo scesi in una piazza, ci siamo guardati negli occhi, ci siamo contati. – assicurano – Lo sapete cosa abbiamo capito? Che basta guardarsi attorno per scoprire che siamo tanti, e molto più forti di voi”. Oggi, però, è successo qualcosa che farà sorridere alcuni. Di sicuro i detrattori o i gattini di Salvini. Le sardine, infatti, si erano date appuntamento anche a Sorrento (dove oggi Salvini è in tour elettorale). All’evento “Sorrento non abbocca” erano interessate 4mila persone. Gli organizzatori assicurano di essere arrivati a un migliaio. A giudicare dalle foto sembrano un po’ meno. Il primo flop? Sì, visto che la città campana era indicata dalla pagina Fb ufficiale come nuovo appuntamento per “colorare” l’Italia. Ma questo ovviamente non significa che alle prossime tappe (Rimini, Parma, Ferrara, Milano) non andrà meglio. La pioggia di oggi avrà influito. “Siamo in centinaia di migliaia – assicurano nel manifesto – e siamo pronti a dirvi basta. Lo faremo nelle nostre case, nelle nostre piazze e sui social network”.
Il “manifesto” segna un cambio di passo, indubbiamente. Oggi no, ma non è escluso che un giorno una sardina “creerà il suo movimento e cercherà di capire se avrà consenso”. Ci sono poi da fare quattro osservazioni: primo, dalle “6mila sardine contro Salvini” si è passati alle “6mila sardine” e basta (”ora abbiamo una identità”, dicono); secondo, nell’appello non appare mai il leader della Lega; terzo, il nome è stato registrato; quarto, l’Emilia Romagna non appare quasi più nei discorsi (e dal manifesto è scomparsa). Eppure l’idea era partita proprio in opposizione al lancio della candidatura di Lucia Borgonzoni. Combatteva l’idea che l’Emilia dovesse essere “liberata”. Ora però le sardine si sentono qualcosa in più: “Vi siete spinti troppo lontani dalle vostre acque torbide e dal vostro porto sicuro. Noi siamo le sardine, e adesso ci troverete ovunque”.