Da Modena a Salerno, detenuti in rivolta contro le misure anti coronavirus
Neppure il tempo di leccarsi le ferite per la violenta rivolta inscenata dai detenuti all’interno del carcere salernitano di Fuorni, a causa del divieto per i congiunti di effettuare le visite ai propri cari dietro le sbarre, che il fenomeno si diffonde a macchia d’olio, coinvolgendo i penitenziari di Napoli, Frosinone, Modena ed Alessandria.
A Salerno i rivoltosi della prima sezione si sono ribellati dopo esser venuti a conoscenza del contenuto del provvedimento che sospende, per il momento almeno fino al 31 maggio, la possibilità di effettuare dei colloqui con parenti ed amici. Spranghe di ferro ricavate dalle brande, finestre divelte e detenuti sui tetti a tenere sotto scacco le forze dell’ordine per ore. Tentativi di trattativa respinti, l’arrivo di rinforzi di polizia penitenziaria da tutta la regione, di agenti dalla questura di Salerno, di militari da parte dei carabinieri del Decimo reggimento mobile Campania, e di vigili del fuoco. Addirittura l’utilizzo di un elicottero per monitorare la situazione dall’alto ed impedire che degenerasse ulteriormente.
Un allarme rientrato solo in tarda serata dopo ore di tensione, con il ritorno spontaneo dei detenuti in cella proprio mentre le forze dell’ordine programmavano un più che necessario intervento all’interno della struttura per ristabilire il controllo, pericolo per fortuna scongiurato.
Secondo quanto riportato dalla stampa locale, il seguito più violento dei disordini di Fuorni si è registrato nella casa circondariale Sant’Anna (Modena), dove i detenuti si sono spostati di zona in zona attraverso le aree di frequentazione comune, fino a giungere pericolosamente fino alla portineria del penitenziario. Il personale addetto ha dovuto abbandonare le proprie postazioni: sarebbero circa una ventina di poliziotti, di cui due feriti e bisognosi delle cure del pronto soccorso, oltre ai sanitari impiegati nel carcere. Stando alle ultime notizie, dalla struttura si è sollevata una coltre di funo a causa di incendi appiccati dai rivoltosi. Segnalati anche dei tentativi di fuga da parte di alcuni reclusi.
Numerosi agenti in tenuta antisommossa sarebbero pronti ad intervenire in qualunque momento, mentre un elicottero dei carabinieri sorvola dall’alto il Sant’Anna per tenere sotto controllo la situazione.
Nella casa circondariale di Frosinone sarebbero invece circa un centinaio i detenuti ad aver scavalcato alcune mura interne, senza tuttavia evadere come era parso all’inizio secondo un primo allarme scattato. Questi hanno richiesto, ed ottenuto, la possibilità di poter parlare direttamente con il garante regionale dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia.
A Poggioreale (Napoli), invece la protesta non ha riguardato solo la trentina di detenuti saliti sui tetti del penitenziario, ma si è estesa anche per le strade limitrofe alla struttura stessa, dove i parenti dei rivoltosi hanno bloccato le strade per rendere le rimostranze ancora più forti ed efficaci. Materassi dati alle fiamme e grida di protesta. Un agente risulta ferito ed è stato assistito dal personale del 118.
Maria Stella Gelmini ha commentato il fatto:”Dopo l’episodio di Salerno, sono scoppiate rivolte anche nelle carceri di Frosinone e Modena. Sono momenti drammatici e convulsi, anche per le donne e gli uomini della polizia penitenziaria. A loro va tutta la mia solidarietà e vicinanza. Bonafede si svegli. Non lasciamoli soli!”.
Anche Matteo Salvini è intervenuto sulla drammatica vicenda, lasciando un post sul suo profilo Twitter: “Rivolta nelle carceri italiane. A Poggio Reale parenti dei detenuti bloccano il traffico. Situazione gravissima, serve contenere l’escalation dando poteri emergenziali ai comandanti di reparto. Il ministro della giustizia batta un colpo!”.