Covid, primario Sacco lancia allarme: “Così la gente morirà in casa”

 

Nonostante il fatto che lo stesso primo cittadino di Milano Giuseppe Sala abbia tentato di ridimensionare l’eccessivo allarmismo di queste ultime ore, dicendosi contrario all’idea di un nuovo lockdown, a lanciare nuovamente l’allarme ci ha pensato invece il primario di cardiologia dell’ospedale Sacco Maurizio Viecca.

“Guardo i dati: oggi noi abbiamo meno di 300 terapie intensive. Ne abbiamo avute 1700 nella primavera scorsa. Ok, sono in crescita, ma stiamo facendo dei sacrifici e vediamo cosa succederà”, aveva spiegato in diretta Facebook il sindaco del capoluogo meneghino. Non sembra invece per nulla concorde il cardiologo: “Gli ospedali di Milano sono al collasso, non c’è più posto per i pazienti. Avanti così, si rischia di morire in ambulanza o in casa, come accadeva in primavera”, questo il pericolo secondo il dottor Maurizio Viecca.

“Chi vuol chiudere Milano, Ricciardi o il ministero?” È scontro sul lockdown

Che gli ospedali siano presi di mira anche in situazioni di contagio del tipo asintomatico o paucisintomatico è cosa ormai conclamata, e sono sempre più numerosi i virologi a spiegare che le strutture sanitarie dovrebbero essere decongestionate da quei casi di Coronavirus che non destano alcun genere di preoccupazione. Meglio intensificare il controllo sul territorio, anche con assistenza domiciliare, laddove possibile, come aveva spiegato il direttore dell’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano Giuseppe Remuzzi. Anche lo stesso Fabrizio Pregliasco aveva raccontato che numerosi dei pazienti a richiedere assistenza in ospedale in realtà non ne necessita: “I casi non sono ancora tantissimi. Riusciamo a individuare pazienti asintomatici e a livello ospedaliero la gestione è ancora possibile e le terapie intensive non sono sature. Anzi, i clinici ci segnalano che per una quota del 20-30% dei pazienti il ricovero non è così appropriato, sia in reparto che in terapia intensiva”.

Cosa non torna sui ricoveri: “Il 30% in ospedale per paura”

Ciò nonostante, il timore di Viecca è che si possa venire a creare una situazione più pericolosa, legata in particolar modo alla carenza di medici, infermieri e operatori sanitari. “La crisi degli ospedali non dipende tanto dai posti liberi o meno, ma dalla mancanza di personale. Tanti operatori sanitari si sono ammalati, in percentuali che in primavera non si era riscontrate perché a Milano il virus circolava meno”. Il primario di cardiologia chiede pertanto degli interventi urgenti al fine di impedire il diffondersi del patogeno. “Occorre immediatamente ridurre i contatti, sui mezzi pubblici anzitutto”, suggerisce il professore.”Si deve aprire l’Area C a Milano, si devono utilizzare pulmann privati a uso turistico. E poi ci vogliono i controlli delle forze dell’ordine”.

Se tutti rispettassero le regole già si potrebbero limitare i danni, secondo Viecca, che comunque parla esplicitamente di lockdown: “Se il 95% delle persone utilizzasse mascherine a norma, avremmo migliaia di morti in meno e il lockdown sarebbe risolutivo e breve, come dimostra uno studio dell’Università di Whashington”. Pugno duro, dunque, sui trasgressori, così chiede il cardiologo: “Il controllo dell’utilizzo delle mascherine e le sanzioni per chi non le indossa o le indossa scorrettamente è per le istituzioni un dovere sociale ma anche morale”, conclude.

ilgiornale.it