Covid, Pregliasco vuole il pranzo di Natale in streaming

In principio fu la gufata di Crisanti sul numero “reale” di infetti nel Belpaese. Poi è arrivata l’epidemiologa secondo cui “le restrizioni resteranno nonostante i vaccini”. E ora è il turno di Pregliasco, convinto che il prossimo Natale lo dovremo passare via Skype in barba alle misure sin qui adottate per contenere la pandemia. In pratica, un’emergenza infinita. Cos’altro dobbiamo aspettarci dai profeti delle restrizioni: un nuovo lockdown?
Se il buongiorno si vede dal mattino, infatti, le dichiarazioni degli “esperti” delle chiusure non fanno ben sperare in vista dell’inverno. La campagna vaccinale corre a ritmi sfrenati? Il green pass obbligatorio ha ucciso il lavoro, ma farà aumentare surrettiziamente l’inoculazione dei sieri o il tracciamento via tamponi del virus? Poco importa. I virologi star non intendono liberarci presto (potremmo dire “mai”) da mascherine, distanziamento, restrizioni e via dicendo.
L’ultima trovata porta la firma di Fabrizio Pregliasco, al secolo docente dell’Università Statale di Milano e oggi ascoltatissimo “esperto” di epidemie. “I pranzi” di Natale con tanti parenti, ha detto oggi a Un Giorno da Pecora su Rai Radio 1, “sarebbe meglio rimandarli all’anno prossimo”. Per ora “meglio fare su Zoom o Skype, come stiamo facendo adesso”. Insomma: siamo rimasti chiusi per un anno in casa, abbiamo realizzato una campagna di immunizzazione di massa, ci hanno limitato libertà fondamentali, ma poco importa. Vaccinati e tamponati, siamo ancora qui a immaginare le festività via etere. Possibile?

Che poi va detta anche un’altra cosa. Lo scorso gennaio, per la precisione alla vigilia dell’Epifania, lo stesso Pregliasco vaticinava un Natale 2021 “normale”. In un’intervista spiegava che l’immunità di gregge l’avremmo raggiunta intorno a settembre e per andare in giro senza mascherine avremmo dovuto attendere solo “fine autunno”. Insomma: “Per Natale 2021 potremmo tornare a una situazione di normalità”.
Le cose allora sono due: o ci prendono in giro, e ogni tot spostano di un millimetro l’asticella della fine pandemia (ieri l’80% di immunizzati, oggi il 90%, domani chissà); oppure bisogna ammettere che, virologi star o meno famosi, questi scienziati del Covid con le previsioni non ci beccano quasi mai. E sarebbe allora il caso di smettere di considerarli Nostradamus.