Così Orban smaschera la sinistra: “Importa i migranti per avere voti”

 

Viktor Orban, primo ministro ungherese, principale ospite di Atreju, dov’è stato accolto in maniera davvero calorosa.

“Il bambino nato è il miglior migrante”, ha tuonato l’esponente politico ungherese nel corso delle fasi finali del suo intervento, che ha toccato pure quello che l’Europa dovrebbe essere e quello che invece, a detta sua, adesso l’Europa non è. Anche dal punto di vista valoriale.

Qualche monito, per esempio, è stato lanciato in merito al tema della libertà religiosa. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha accolto il leader politico all’isola Tiberina, a Roma, nello spazio pomeridiano della kermesse, dopo aver ascoltato in mattinata il premier italiano Giuseppe Conte. E Orban ha ricambiato, esordendo con “Avanti ragazzi di Buda”, canzone antisovietica che risale alla rivolta del 1956. I ragazzi del giovanile di Fdi hanno gradito e intonato a loro volta. Se Giorgia Meloni facesse politica in Ungheria, si collocherebbe al centro della scacchiera partitica rispetto al premier, ha rimarcato lo stesso esponente che guida l’esecutivo della sua nazione sin dal 2010. Un passaggio che ha fatto sorridere gli astanti. E l’Italia? Il “governo si è separato dal popolo”, ha fatto presente Viktor Orban, riferendosi alla nascita del governo giallorosso. Poi una serie di moniti, fondati pure sulla difesa della “famiglia tradizionale”, che per l’ospite d’onore di Atreju può essere costituita solo da un uomo e da una donna. Perché – ha continuato – “la famiglia serve alla sopravvivenza della nazione”. Sono i toni che ben conosciamo.

Giorgia Meloni, dal canto suo, ha in mente il modello ungherese quale soluzione per mutare i destini del Vecchio Continente: “Guardiamo all’Ungheria come modello di Europa possibile è diversa”, ha detto dal palco della manifestazione romana, stando pure a quanto si apprende dall’Adnkronos. Sulla gestione dei fenomeni migratori Orban e la Meloni la pensano alla stessa maniera. Il premier ungherese ha poi promesso che la sua nazione offrirà un ausilio all’Italia in materia d’immigrazione, ma non mediante un’opera di redistribuzione,come sembra stiano pensando di fare il premier Conte ed Emmanuel Macron, bensì per mezzo di “quote rimpatri”. E Orban ha alzato il tiro quando si è riferito ai migranti quali “futuri elettori” della sinistra. Non tanto in virtù della volontà dei primi. Quanto perché sarebbe la sinistra ad incrementare gli arrivi dei migranti al fine di “averne il voto”.

Nella seconda fase del suo discorso, Orban ha sia sottolineato di essere amico di Silvio Berlusconi sia di essere “milanista”. C’è stato spazio anche per richiamare un virgolettato di Berlusconi riferito alle fasi che hanno preceduto l’intervento in Libia: “‘È un errore gigantesco bombardare la Libia – disse l’allora capo del governo italiano, come raccontato dal vertice governativo ungherese – , perché c’è un sistema di accordi che rende impossibile che dalla Libia arrivino migranti in grandi quantità”. E come intervenire sulla situazione migranti adesso che, comunque, un problema c’è? Orban pensa che sia necessario aprire una fase dialettica con le autorità libiche al fine di porre un freno alle partenze dei barconi.

Poco dopo la conclusione del discorso di Orban, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha voluto replicare, parlando pure di “inutili ingerenze”. Il grillino, come si apprende pure sull’agenzia citata poc’anzi, ha dichiarato pure quanto segue: “Non permetto a nessuno di giudicare o attaccare l’Italia, men che meno a chi fa il sovranista ma con i nostri confini. Orban non conosce il popolo italiano, parli quindi del suo popolo, se vuole, non del nostro”, ha dichiarato a stretto giro il neo inquilino della Farnesina.