“Così la sinistra pro-migranti ha creato il mostro senegalese del bus”

Molti si chiedono: ma quanto successo a Milano, sulla Puallese, è frutto della mente malata di un folle o c’è qualcosa di più dietro? Se l’attentatore Christchurch in Nuova Zelanda era mosso da ideologie suprematiste, allora allo stesso modo Osseynou Sy si è ispirato ai buonisti pro-sbarchi?

In fondo se il conto delle vittime è così distante, lo si deve solo all’eroismo dei carabinieri intervenuti in soccorso di quel bus carico di studenti delle medie. Ma se non fossero arrivati in tempo? Oggi parleremmo di strage. E forse cercheremmo con più attenzione chi può aver “armato” l’attentatore Sy.

Inutile girarci intorno: è normale, umano, dare una giustificazione a quanto successo. Anche cercare i “colpevoli” morali. Così, mentre Salvini promette che Sy, se condannato, grazie al Dl Sicurezza Sy potrà perdere la cittadinanza italiana, Silvia Sardone punta il dito contro chi ha creato “mostri come il senegalese.

“A furia di parlare di razzismo e fascismo la sinistra è arrivata a creare mostri come il senegalese che ieri ha dirottato un bus con a bordo 50 ragazzini per vendicare i morti nel Mediterraneo – attacca la consigliera regionale in Lombardia – La retorica buonista dei porti aperti e dell’accoglienza sfrenata, sempre attuale nell’attribuire al ministro Salvini ogni tipo di colpa sul tema dell’immigrazione, è diventata benzina per infiammare pazzi disposti a gesti estremi come quello di ieri”.

La tesi è chiara: “Fino a quando la sinistra, a braccetto coi migranti, continuerà a urlare nelle piazze che chiudere i porti e affermare la sovranità nazionale sono sintomi di un imminente ritorno al ventennio fascista non si potranno escludere del tutto episodi del genere”.

La procura milanese ha messo in chiaro che Sy voleva punire l’Europa per le sue politiche sull’immigrazione. Un intento voluto. “Premeditato”, secondo il pm Greco. Ha nascosto i suoi precedenti penali (per abusi sessuali e guida in stato di ebrezza) per continuare indisturbato a fare l’autista dei bus. Poi ha deciso di vendicare i “migranti morti in mare”.

La mattina si sveglia come se nulla fosse e si metta alla guida del pullman. Copre i vetri con delle lenzuola nere, fa cospargere di benzina il bus, lega con delle fascette i ragazzi. Urla. Minaccia di dar fuoco a tutto. Nella confusione e nel terrore, uno degli scolari trova il coraggio di chiamare i soccorsi. Arrivano i carabinieri, provano a tagliargli la strada ma l’autista sperona la gazzella. In pochi istanti i militari prendono una decisione: infrangono il vetro posteriore e fanno scendere gli studenti. Poi salvano anche l’attentatore mentre all’interno del pullman divampano le fiamme.

“La cosa che mi lascia perplessa – insiste Sardone – è il continuo tentativo da parte della sinistra di specificare che l’autista era italiano a tutti gli effetti solo per cercare di sminuire la gravità di una mancata strage che ha fatto il giro del mondo. È vero, dal 2004 aveva ottenuto la cittadinanza italiana ma questo non implica automaticamente l’integrazione e l’accettazione dei nostri usi e costumi: tanto è vero che questo folle voleva uccidere 50 bambini italiani per vendicare i profughi africani morti in mare, una sorta di legge del taglione assurda e spaventosa”.

Ecco perché “Pd, buonisti, radical chic, coop e associazioni varie” che “lucrano col business dell’accoglienza” dovrebbero “farsi un esame di coscienza e smetterla di puntare il dito contro gli italiani: i morti nel Mediterraneo stanno diminuendo drasticamente proprio per effetto della politica dei porti chiusi”.