“Cosa succede a Pasqua”. Covid, la previsione preoccupante di Fabrizio Pregliasco

Fabrizio Pregliasco fa la previsione sul Covid in vista delle prossime feste di Pasqua. Il periodo di festività potrebbe far segnare un altro picco dei contagi. Il professore, docente all’università Statale di Milano, è intervenuto a ‘Un Giorno da Pecora’ su Rai Radio1 e ha spiegato che “con questo rialzo dei casi non si poteva dare un totale liberi tutti, ha fatto bene Speranza a ripensarci. Questa ondulazione di contagi avrà un picco durante le feste pasquali, arrivando anche a 120mila contagi, e dopo quel periodo si capirà se questa sarà da considerarsi come una quinta ondata”.

Il virologo è certo sarà un’altra Pasqua con il Covid, ma allo stesso modo verso la fine del mese di maggio, la situazione potrebbe andare migliorando. Inoltre Pregliasco sembra anche del fatto che il prossimo autunno sarà necessario fare anche la quarta dose di vaccino anti-Covid e che alla fine “si arriverà a vaccini aggiornati come avviene per la semplice influenza”. Infatti a suo avviso è possibile che in futuro possano comparire nuove varianti di Sars-CoV-2 potenzialmente insidiose.

fabrizio pregliasco covid cosa succede pasqua

Parlando della sottovariante Omicron 2, all’Adnkronos Salute, Fabrizio Pregliasco ha ricordato la sua super contagiosità che la renderà dominante e che darà la possibilità a una percentuale importante di popolazione di avere almeno per un po’ di tempo gli anticorpi contro il virus. Qualcuno perché infettato e guarito, qualcun altro perché vaccinato, e altri ancora perché dopo aver ricevuto la vaccinazione hanno comunque contratto il Covid e sono guariti. Inoltre secondo Pregliasco non è ancora il momento di togliere le mascherine al chiuso, perché vi è la possibilità di una nuova ondata di contagi a giugno e a luglio.

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Fabrizio Pregliasco inoltre ritiene corretto mantenere invariati i tempi di quarantena per i soggetti che sono risultati positivi al Covid 19: si tratta di un aspetto legato alla prudenza e una situazione di ‘liberi tutti’ potrebbe creare problemi. il Resterebbe quindi in vigore quanto previsto dalla circolare ministeriale dello scorso 4 febbraio: i positivi dovranno aspettare 7 giorni, 10 nel caso non siano vaccinati, prima di fare un tampone, il cui esito dovrà essere negativo per poter porre fine alla quarantena. Come ha spiegato Pregliasco, se da una parte la variante Omicron e le sue sottovarianti sono meno cattive rispetto alle precedenti, possono comunque dare problemi perché il virus non è ancora ‘raffreddorizzato’.

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Infine il professore ha sottolineato che in questo momento si registra un aumento non solo dei positivi, ma anche dei casi di pazienti ricoverati. “Un incremento che era ovvio attendersi, considerando che da diversi giorni ormai aumentano i casi”, ha ricordato. Ha però ammesso il fatto che adesso i ricoveri stiano crescendo in proporzione ben minore rispetto alle prime ondate, grazie anche a una variante Omicron meno aggressiva e alla copertura vaccinale molto ampia.