Coronavirus, Trump dona stipendio al ministero della sanità
La lotta mondiale contro il coronavirus è fatta anche di gesti più o meno simbolici. Nel caso del presidente Donald Trump, anche di gesti concreti.
Come ha reso noto su Twitter la portavoce della Casa Bianca, Stephanie Grisham, il presidente degli Stati Uniti ha deciso di donare il suo compenso dell’ultimo trimestre del 2019 al ministero della Sanità per proteggere ulteriormente il popolo americano e sostenere la lotta contro l’emergenza causata dal Covid-19. Grisham ha postato la foto dell’assegno da 100 mila dollari su Twitter, che testimonia la donazione del tycoon della Casa Bianca.
La scorsa settimana la Casa Bianca ha chiesto al Congresso 2,5 miliardi di dollari di spese supplementari per combattere l’epidemia di Covid-19. La misura aiuterebbe il governo federale, così come le agenzie statali e locali, a prepararsi a rispondere a eventuali focolai e a stanziare denaro per lo sviluppo del vaccino, ha spiegato a Fox Business un funzionario dell’amministrazione americana.
Per quanto riguarda le misure prese dall’amministrazione americana, oggi Donald Trump ha spiegato che gli Stati Uniti stanno “guardando ad altri Paesi che sono stati pesantemente colpiti” dal coronavirus e stanno valutando di bloccare i viaggi verso questi luoghi. Tra i Paesi citati da The Donald ci sarebbe anche l’Italia. “Monitoriamo l’Italia con molta attenzione, la Corea del Sud, anche il Giappone e decideremo al momento giusto”, ha detto il presidente americano, secondo quanto riferito dalla Cnn. L’amministrazione Trump, come ricorda il New York Times, ha già imposto limiti ai viaggi dalla Cina, ha vietato tutti i viaggi in Iran e ha messo in guardia gli americani a non recarsi in alcune parti dell’Italia e della Corea del Sud.
Attualmente, negli Usa ci sono 118 casi di coronavirus, di cui quasi la metà contagiati sulla nave da crociera Diamond Princess, inclusi nove decessi, secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie. Dalla Florida alla California, in tutto il Paese si sono registrati casi. “Ciò che sta accadendo ora negli Stati Uniti potrebbe essere l’inizio di ciò che sta succedendo all’estero”, ha detto ai giornalisti la dottoressa Nancy Messonnier, direttrice del Centro nazionale per le malattie respiratorie del Cdc. “Continueremo a mantenere, per tutto il tempo, una postura nazionale aggressiva di contenimento. Detto questo, potreste vedere alcune comunità locali intraprendere azioni specifiche per mitigare la malattia”.
A seguito di una riunione con le maggiori case farmaceutiche, ieri il presidente Donald Trump ha assicurato che gli esperti si stanno muovendo molto velocemente ed è possibile che la cura arrivi presto. The Donald già nei giorni scorsi era parso molto ottimista sui social media: “Il coronavirus è sotto controllo negli Stati Uniti” ha spiegato. “Il vaccino è molto vicino”.