Conte adesso vuole rieducarci Gay e migranti? Parole vietate

 

Insegnare a decine di giornalisti ad usare un linguaggio politicamente corretto in materia di diritti e immigrazione.

È il piano di Palazzo Chigi che, tramite il dipartimento per le Pari Opportunità, ha deciso di stanziare quasi 78mila euro da destinare a diverse associazioni che metteranno in campo diversi programmi di formazione dedicati agli operatori dei media. Lo scopo è lo stesso per tutti: quello di evitare l’utilizzo di un linguaggio considerato “offensivo” e “divisivo” quando si parla di migranti e mondo gay.

Lo scorso 5 ottobre, ad esempio, come riferisce Il Tempo, il Dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio ha incaricato l’associazione Gaynet dell’organizzazione di diversi seminari sul tema della “discriminazione”. E poi, un corso intitolato “Informazione e persone Lgbt”, grazie al quale i partecipanti potranno imparare a conoscere il lessico legato al mondo omosessuale. I formatori si occuperanno soprattutto di svelare ai professionisti i trucchi per non incappare in “stereotipi e pregiudizi”.

Con lo stesso budget, inoltre, il dipartimento che fa capo al dicastero della ministra renziana Elena Bonetti, ha promosso anche due eventi culturali dedicati al mondo gay che faranno parte della decima edizione di Divergenti, una rassegna sul cinema trans, che prenderà il via a metà novembre a Bologna. Nei convegni, per i quali sono stati stanziati, sempre secondo i documenti citati dal Tempo, almeno 9mila euro, si parlerà di “transessualismo nei processi migratori” e di “storia trans”.

Non solo. I fondi messi in campo dal dipartimento serviranno anche a finanziare un corso organizzato dall’associazione Carta di Roma, fondata nel dicembre del 2011 per dare attuazione al codice deontologico approvato nel 2008 dalle principali associazioni della stampa italiana per raggiungere “un’informazione equilibrata ed esaustiva su richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti”.

Con il contributo di Palazzo Chigi, da oggi fino a maggio del 2021, verranno organizzati un corso composto da dieci moduli formativi “sull’uso non discriminatorio delle parole”, rivolto ad almeno 500 giornalisti, e un seminario “sulle modalità di raccolta e definizione dei dati sulle discriminazioni in ambito etnico-razziale”, per un totale di spesa di 38mila euro, da corrispondere al termine del servizio.

Le lezioni, secondo l’accordo visionato dal Tempo, saranno tenute da esperti in diversi settori: antropologia, informatica, sociologia, diritto, comunicazione. La formazione per i giornalisti su immigrazione e asilo, infatti, secondo quanto si legge sul sito dell’Unhcr, è uno degli obiettivi principali dell’associazione, che dispone di un osservatorio indipendente che verifica “periodicamente l’evoluzione dell’informazione” su migranti e rifugiati.

ilgiornale.it