Chef Rubio lascia la tv: “Vado a Gaza per una missione umanitaria”

Da poco aveva dato l’addio a Discovery, abbandonando i programmi di street food. Una decisione che aveva suscitato l’ennesimo polverone, dopo quelli sollevati dalle polemiche con Matteo Salvini e dai post contro gli ebrei.

Ma ora, Chef Rubio spiega il motivo del suo addio alla tv.

“Inizio un periodo di cooperazione umanitaria con la Ong italiana Acs”, ha reso noto Gabriele Rubini in un comunicato stampa, specificando che parteciperà ad un progetto che lo porterà a Gaza. Ieri, Rubio è partito per prendere parte al progetto del Gaza Freestyle, che durerà fino al 10 gennaio 2020. Ma, quando il Festival finirà, “proseguirò la mia permanenza in Palestina, animando i progetti del Centro-Vik e documentando le condizioni, le problematiche e i divieti che attraversano la striscia di Gaza”.

Il Gaza Freestyle Festival, messo in piedi dall’Associazione Cooperazione e Solidarietà, in collaborazione con il Centro Italiano di Scambio Culturale Vittorio Arrigoni-VIK, organizza “progetti di emergenza umanitaria per aiutare la popolazione di Gaza. Questo avviene diffondendo messaggi d’inclusione attraverso attività culturali e sportive come lo skate, il circo, la cucina, il wiriting, la musica e laboratori di educazione all’affettività e scambio con le donne”. Non solo. I volontari mirano anche a riqualificare ambiente, territorio e cultura dei luoghi della Striscia di Gaza, in cui i conflitti sono sempre dietro l’angolo.

L’intento di chef Rubio è quello di documentare e diffondere attraverso i social “l’impegno umanitario della collettività di operatori e gli sforzi di un popolo costretto a vivere sotto assedio”. Infatti, secondo quanto riferisce nel comunicato, “nonostante la Striscia di Gaza sia teatro di guerre e bombardamenti, con violazioni sistematiche dei diritti umani, la popolazione di Gaza cerca ogni mezzo possibile per sognare una vita libera, dando una grande lezione di dignità umana a tutti noi”.

Chef Rubio è stato spesso al centro di polemiche, originate dai suoi post su Twitter, dai toni spesso duri e provocatori. Gli attacchi di Rubini non hanno risparmiato nessuno: dall’ex vicepremier della Lega, Matteo Salvini, ai consiglieri umbri di Fratelli d’Italia, da cui si era visto arrivare anche una querela, fino agli ebrei e ai poliziotti morti a Trieste.