Centrodestra unito con Salvini: “Per una giustizia non politicizzata”

Oggi prenderà il via l’udienza preliminare sulla vicenda della nave Gregoretti per la quale Matteo Salvini è accusato del sequestro aggravato dei 131 migranti a bordo, punibile con una pena che può arrivare anche a 15 anni di carcere.

L’ex ministro dell’Interno impedì l’attracco in porto tra il 27 e il 31 luglio 2019, obbligando dunque l’intero equipaggio a rimanere a bordo. Il leader della Lega si presenterà alla prima tappa di un procedimento in cui si deciderà se archiviare o meno la richiesta di rinvio a giudizio. L’udienza si svolgerà a porte chiuse: nel palazzo di giustizia sarà consentito l’accesso solamente a 200 giornalisti accreditati; in aula i nigeriani Jafra e Aishat Saha e i loro tre figli (che fanno parte dell’unica famiglia di migranti arrivata con la Gregoretti e rimasta in Sicilia) si costituirà parte civile con l’avvocato Massimo Ferrante.

“Ho fiducia, non ci permetteremmo mai di fare pressioni sul tribunale”, dice sicuro il segretario federale del Carroccio. In realtà la situazione è piuttosto delicata e il nervosismo è umanamente comprensibile. Anche perché l’avvocato Giulia Bongiorno ha ricordato come si rischi davvero grosso con certe imputazioni. Nel corso della serata di ieri si è discussa della strategia da adottare: fonti della Lega avevano fatto sapere che solamente oggi Salvini avrebbe preso le decisioni sull’udienza preliminare. L’ex vicepremier ha comunque escluso la possibilità di chiedere il rito abbreviato; non è da escludere che i giudici sentano anche il premier Giuseppe Conte e il ministro Luigi Di Maio.

Centrodestra a scudo di Salvini

Intanto il leader del partito di Via Bellerio è arrivato in auto in piazza Verga davanti al Palazzo di giustizia, accompagnato dal suo avvocato ed ex ministro Giulia Bongiorno. Tutta la piazza è transennata e presidiata da carabinieri e polizia in vista della manifestazione organizzata nella vicina piazza Trento. Il centrodestra si è mostrato nuovamente unito e compatto: Giorgia Meloni e Antonio Tajani hanno incontrato a Catania il segretario della Lega per dargli il proprio sostegno.

Il vicepresidente di Forza Italia sul proprio profilo Twitter ha pubblicato una foto allegando una breve dichiarazione per spiegare il motivo della presenza al fianco di Salvini: “Per una giustizia giusta e non politicizzata, per difendere il diritto della politica di prendere decisioni”. La solidarietà degli alleati rappresenta anche un’occasione per ribadire la necessità di un equilibrio tra poteri: “La politica ha il diritto di poter decidere senza interferenze da parte degli altri poteri”. Tajani ha telefonato a Silvio Berlusconi per portargli il saluto dell’intera coalizione, per aggiornarlo sull’esito dell’incontro a tre e per fare il quadro della situazione politica in vista dei ballottaggi. Fonti azzurre riferiscono infine che il Cav ha inviato saluto ai dirigenti siciliani che oggi saranno coinvolti in diverse iniziative.

 

Anche Giorgia Meloni è intervenuta a gamba tesa contro la sinistra. Il motivo più importante dell’iniziativa è chiaro: “Non comprendo come alcune forze politiche non si rendano conto della mostruosità che sta avvenendo oggi”. A questo punto la domanda sorge spontanea: “Se nel sistema politico italiano un ministro non può più fare quello che la stragrande maggioranza dei cittadini gli ha chiesto, difendendo le leggi e i confini della nazione, i cittadini per cosa dovrebbero votare?”. Effettivamente un avversario politico andrebbe battuto con le regole della democrazia e non provandolo a chiudere in galera: “Questo accade nei regimi e lo considero mostruoso”. L’ex ministro della Gioventù ha infine fatto sapere di aver visto Salvini “sereno, tranquillo, molto reattivo e combattivo”. “Penso che nessuno per aver fatto quel lavoro avrebbe potuto immaginare di finire in tribunale”, ha concluso la Meloni.